Il governo Draghi è al lavoro per presentare una proposta per la riduzione dei consumi energetici entro il 25 settembre, i termosifoni non potranno superare i 19 gradi in inverno. Ecco cosa cambia.
Termosifoni a 19 gradi. Sarà questo l’atto conclusivo del Governo Draghi sul quale calerà il sipario, prima di cedere il testimone al prossimo esecutivo che si formerà all’indomani delle elezioni del 25 settembre: una proposta per abbassare i consumi energetici.
Stando a quanto si apprende il provvedimento punta a ridurre moderatamente la temperatura nelle abitazioni e negli edifici pubblici, oltre a ricorrere maggiormente alle fonti di energia rinnovabile. Sarà quindi un inverno all’insegna del risparmio e più freddo.
Il provvedimento arriva a seguito dell’accordo raggiunto lo scorso 26 luglio al Consiglio europeo per limitare i consumi energetici e per fare fronte ad un eventuale interruzione delle forniture di gas da parte della Russia.
L’eredità di Mario Draghi non è quindi che l’ultima proposta per arginare i danni della “guerra al gas”, scatenatasi dall’invasione dell’Ucraina da parte delle forze militari del Cremlino il 24 febbraio scorso. Ancora una volta è ben visibile come la guerra tra Russia e Ucraina ha notevoli ripercussioni sull’economia della nostra penisola e del resto dell’Europa, in gran parte dipendente dal gas russo.
Il testo, come si legge su Agi, dovrebbe arrivare sicuramente prima delle elezioni anticipate del 25 settembre. Ecco cosa prevede la proposta e cosa cambierà per noi questo inverno.
L’eredità di Draghi, termosifoni a 19 gradi: ecco cosa cambia
Diversi ministeri sono al lavoro per mettere a punto il piano per ridurre i consumi energetici. Tra quelli seduti al tavolo dei lavori c’è il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, il quale ha presentato le linee guida alla base del progetto.
La principale fonte di risparmio sarà quella di tagliare i consumi energetici di tipo termico, per cui per questo inverno è previsto un abbassamento della temperatura nelle abitazioni private e negli edifici pubblici. Nello specifico, si tratta di una riduzione di 1 grado della temperatura: questo inverno i nostri termosifoni non potranno superare i 19 gradi in inverno, mentre d’estate la temperatura non potrà essere inferiore ai 27 gradi.
Oltre questa misura è previsto il taglio di un’ora nella durata del servizio degli impianti. Infine come ha sottolineato il ministro Cingolani sarà fondamentale l’incremento al ricorso a fonti energetiche rinnovabili, essenziali per ridurre il consumo di gas e per percorrere una strada ecosostenibile.
Solo in caso di emergenza si interverrà anche sui consumi di luce, benché - come sottolineato da Fanpage.it - siano già presenti sul territorio iniziative a livello locale, come la città di Belluno che ha deciso di spegnere l’illuminazione pubblica di strade e piazze fino a metà settembre dalle 2,30 alle 5 del mattino. La stessa misura potrebbe essere applicata anche alle gallerie stradali, per risparmiare sui costi elettrici.
L’Italia si trova sulla stessa lunghezza d’onda degli altri stati membri dell’Unione europea, infatti, il ministro dell’Economia Robert Habeck ha annunciato che la Germania limiterà il riscaldamento negli edifici pubblici durante l’inverno a 19 gradi; mentre Vienna si avvia a risparmiare sull’illuminazione pubblica, comprese le iconiche luminarie natalizie.
Consumi energetici: come sostituirà il gas russo l’Italia?
Il nuovo esecutivo che riceverà l’eredità di Draghi, ossia la proposta per ridurre i consumi energetici, avrà il suo da fare. L’Italia infatti è uno tra i paesi europei ad essere molto dipendete dal gas russo, e l’obiettivo - come dichiarato da Cingolani - è quello di rendersi completamente indipendenti dal gas russo entro il 2024: una vera sfida.
Stando a quanto spiegato dal ministro della Transizione ecologica, applicando quelli che sono gli accorgimenti previsti dalla proposta, l’Italia potrà ottenere intanto un risparmio di 2,5 miliardi di metri cubi di gas, ma la penisola ha bisogno di sostituire ben 30 miliardi di gas provenienti dalla Russia.
La maggior parte, 25 miliardi, saranno sostituiti dai accordi stipulati in questi mesi con altri Paesi, in particolare in Africa. Accordi che includono anche il ricorso limitato nel tempo a forniture di gas naturale liquefatto, da trattare anche con due nuovi rigassificatori mobili, inoltre il piano poggia anche sulla capacità dell’Italia di stoccare gas da utilizzare in vista di possibili emergenze nel corso dell’inverno. Mentre gli altri 5 miliardi saranno compensati dalla riduzione dei consumi e l’investimento in fonti rinnovabili, che forse meriterebbero un investimento maggiore.
Sembra quindi che la proposta sia ormai pronta e fonti certe assicurano che sarà presentata prima delle elezioni del 25 settembre, in modo da garantire che vada in porto prima del nuovo esecutivo.
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