Termosifoni, parte la stretta con temperature più basse: ci saranno i controlli sull’uso dei riscaldamenti in casa?

Stefano Rizzuti

12 Ottobre 2022 - 09:36

Il piano del governo prevede una riduzione dell’utilizzo dei riscaldamenti, con termosifoni impostati a temperature più basse. Ma ci saranno controlli? Chi li effettuerà e come funzioneranno?

Termosifoni, parte la stretta con temperature più basse: ci saranno i controlli sull’uso dei riscaldamenti in casa?

Il decreto firmato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, introduce la stretta sui riscaldamenti per la prossima stagione invernale. Sono stati stabiliti nuovi limiti per gli impianti termini di climatizzazione alimentati a gas, con la riduzione della temperatura di un grado negli uffici e nelle abitazioni private.

Il piano del governo per la riduzione dei consumi di gas in vista del prossimo inverno viene introdotto con il decreto e presto arriverà anche un vademecum di Enea contenente le indicazioni per impostare la temperatura del riscaldamento in maniera adeguata, per regolare la temperatura di mandata delle caldaie a gas e per gestire le valvole termostatiche.

La domanda che in molto si pongono riguarda però i controlli: come verrà verificato se i condomini e le singole famiglie rispetteranno i limiti? Qualche controllo ci sarà, ma come accennato dal ministro Cingolani il governo si affida soprattutto alla responsabilità dei singoli, senza invadere eccessivamente la privacy degli individui. Vediamo cosa potrebbe succedere.

Termosifoni, le nuove regole e le fasce climatiche

Con le nuove regole il periodo di accensione dei riscaldamenti si riduce di un’ora al giorno. Non solo, perché anche i tempi di accensione e spegnimento sono accorciati: si parte con otto giorni di ritardo rispetto al solito e i termosifoni verranno spenti con sette giorni di anticipo a fine stagione. Resta, inoltre, la riduzione della temperatura di un grado per tutto il periodo di accensione.

Le date di accensione dipendono dalla zona climatica in cui rientra la propria provincia, con l’Italia suddivisa in sei aree in base alle temperature medie registrate. La Zona A comprende il Sud Italia e le Isole, la Zona B le grandi città del Sud, la Zona C altre grandi città come Napoli e Cagliari, la Zona D il centro Italia con Roma e Firenze, la Zona E Milano, Torino e Bologna e la Zona F l’arco alpino.

Nella Zona F non sono previste limitazioni, mentre per l’accensione si parte dal 22 ottobre della Zona E e si arriva all’8 dicembre delle Zone A e B. Termosifoni spenti dal 7 marzo in Zona A e, per ultime, dal 7 aprile nelle Zone D ed E.

Riscaldamenti, cosa succede nei condomini

Per quanto riguarda l’applicazione delle regole e le indicazioni che verranno fornite da Enea per i riscaldamenti, gli amministratori dei condomini - sia con impianti centralizzati che autonomi - devono rendere disponibile il vademecum ai condomini entro 10 giorni dal momento della sua pubblicazione.

Ci saranno controlli? Chi li dovrà fare

Per quanto riguarda il capitolo dei controlli per il rispetto delle nuove regole e la riduzione dei consumi, teoricamente dovrebbero essere affidati agli incaricati per il rilascio dell’attestato di certificazione energetica e delle raccomandazioni per il miglioramento della prestazione energetica.

Sembra però difficile che vengano effettuati molti controlli, che comunque non varrebbero in caso di riscaldamento autonomo. La linea del governo uscente sembra quindi molto cauta sul tema delle verifiche: ci si affida molto alla responsabilità individuale, senza andare a effettuare controlli invasivi, nella speranza che sia sufficiente una buona campagna di comunicazione per convincere gli italiani a ridurre i consumi del gas.

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