Il governo cambia strategia per incentivare la somministrazione della terza e della quarta dose di vaccino anti-Covid: ecco il nuovo piano del ministero della Salute.
Il governo prova a correre ai ripari dopo il flop della quarta dose dei vaccini anti-Covid. Il nuovo piano dell’esecutivo e del ministero della Salute punta sulla chiamata attiva e su una campagna d’informazione nelle singole regioni per incentivare i cittadini più fragili a ricevere il secondo booster.
Secondo i dati della Fondazione Gimbe, quasi 20 milioni di italiani hanno ancora il ciclo vaccinale incompleto, ovvero non hanno ricevuto la terza o la quarta dose. Il problema riguarda soprattutto le quarte dosi, che procedono a rilento.
Il governo punta quindi a seguire il modello messo in campo dalle Regioni più virtuose sulla quarta dose, quelle che hanno deciso di puntare sulla chiamata attiva e su un maggior coinvolgimento dei pazienti interessati dal richiamo: fragili e anziani.
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Le vaccinazioni: le cifre su terza e quarta dose
Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, fornisce alcuni dati sulle vaccinazioni al Sole 24 Ore. Quasi sette milioni di italiani non hanno ricevuto neanche una dose di vaccino, anche se tra questi due milioni non possono farlo in quanto guariti dal Covid da meno di 180 giorni.
Senza terza dose ci sono oltre 8 milioni di persone, ma 5 milioni sono guarite da poco. Per la quarta dose mancano 600mila immunocompressi e quasi 4 milioni di over 80. Comunque l’84% della popolazione ha completato il ciclo primario, cioè ha fatto prima e seconda dose.
I ritmi però ora sono nettamente rallentati: le prime dosi sono solo circa 4mila a settimana. E le terze rallentano, con poco più del 65% della popolazione che ha ricevuto il booster e un ritmo di 9mila somministrazioni al giorno.
Il flop della quarta dose di vaccino
Passando alla quarta dose, ovvero il secondo booster previsto per over 80 e 60/70enni con fragilità, ad averla ricevuta sono state solamente 509mila persone, l’11,5% della platea complessiva.
Per quanto riguarda gli immunocompressi siamo quasi al 26% (su 790mila persone). E in generale ci sono grosse differenze regionali: si passa dal 4% all’87% di persone raggiunte.
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Il nuovo piano del governo per la quarta dose
Il governo ha quindi deciso di intervenire, notando che le differenze regionali dipendono in gran parte dalle modalità adottate. In Piemonte, la regione con più quarte dosi, è prevista la chiamata attiva: vengono inviati sms individuali per invitare alla vaccinazione. E i risultati sono ottimi.
Dove invece si applica l’adesione volontaria per ora il numero di vaccinati è molto basso. Per questo il ministero della Salute ha deciso di puntare sulla chiamata attiva, come chiarito in un documento inviato alle Regioni.
L’invito è quello di rafforzare le campagne d’informazione sulle dosi aggiuntive (quindi anche la terza), coinvolgendo i medici di medicina generale e i pediatri nella campagna vaccinale. Ma soprattutto puntando sulla chiamata attiva dei cittadini.
Il cambio del piano è dovuto anche alla chiusura di molti hub. Un problema grosso per chi, come le persone più anziane, non può raggiungere facilmente il punto vaccinale e deve andare in uno più lontano. Inoltre anche i medici di famiglia hanno ridotto le somministrazioni e ora solo il 25%, secondo alcune stime, continua a vaccinare i suoi pazienti. Così il cambio di rotta per evitare il flop delle quarte dosi è necessario.
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