Una guida al testamento pubblico: come funziona, come si redige, a cosa serve e qualche esempio sulla sua utilità.
Il nostro ordinamento riconosce vari tipi di testamento, ognuno con le sue peculiarità. Oltre al testamento olografo, redatto in autonomia dal testatore, ci sono anche il testamento segreto e quello pubblico. Quest’ultimo viene redatto alla presenza del notaio, secondo una specifica procedura che garantisce la validità dell’atto pubblico.
L’unico svantaggio del testamento pubblico è che comporta inevitabilmente un costo per l’onorario del professionista, maggiore rispetto a quello del testamento segreto perché il notaio si occupa interamente della pratica insieme al testatore. Questa forma testamentaria, unica nel suo genere, presenta però degli indiscutibili vantaggi. Ecco perché talvolta si tratta della miglior scelta possibile, mentre in alcuni casi si può evitare questa spesa.
Ecco tutte le informazioni sul testamento pubblico, come funziona e a cosa serve.
Cos’è il testamento pubblico
Il testamento pubblico è un vero e proprio atto pubblico che contiene le disposizioni testamentarie. Trattandosi di un atto notarile ha già un controllo di validità a margine, anche per quanto riguarda la libera volontà del testatore, sebbene la valutazione del notaio non sia sufficiente a fugare successivi dubbi di legittimità per presunta incapacità.
Oltretutto, il testamento pubblico viene automaticamente reso noto a tutti gli interessati alla morte del testatore, un’importante garanzia che assicura l’applicazione - entro i limiti di legge – delle sue volontà. Di fatto, il testamento pubblico ha questo nome proprio perché è un atto pubblico, ma il suo contenuto rimane strettamente riservato fino alla pubblicazione, che avviene a cura del notaio alla morte del testatore.
Ciò è molto importante per evitare che possano essere conosciute preventivamente le disposizioni testamentarie, con tutti i rischi che ne conseguirebbero.
Come funziona e come si redige
Per redigere un testamento pubblico bisogna rivolgersi a un notaio, al quale dichiarare le proprie volontà alla presenza di due testimoni. Questi ultimi vengono scelti liberalmente dal testatore e devono essere:
- Maggiorenni;
- cittadini italiani o stranieri residenti in Italia.
La funzione dei testimoni è quella di garantire, per quanto concerne la loro valutazione, che il testatore sta indicando liberamente le proprie volontà e non ha subito alcuna influenza. I testimoni, insieme al testatore, verificano poi che il notaio abbia trascritto accuratamente quanto indicato. Il testamento pubblico, oltre alla destinazione dei beni del testatore e oltre eventuali richieste, deve contenere la data, il luogo e l’ora di trascrizione.
Dopo che il testatore ha dettato le sue volontà e controllato che siano state trascritte correttamente, l’atto notarile viene firmato da tutti i presenti. Da quel momento, il testamento pubblico è pronto. Il notaio ha il compito di custodire la copia originale e spedirne una copia in busta chiusa all’Archivio notarile.
Il notaio ha ovviamente compiti più ampi della mera trascrizione, perché assiste il testatore nell’organizzazione patrimoniale conforme alla legge e alle sue volontà e si occupa, quando appreso il decesso, di rendere noto il testamento a tutti i soggetti interessati. Per questa ragione è utile indicare almeno un paio di nominativi e recapiti precisi al notaio e viceversa informare dell’esistenza del testamento una persona fidata.
Complessivamente, il testatore è tenuto a pagare per la pratica un costo compreso, almeno in media, tra 1.000 e 2.000 euro. L’onorario è però influenzato notevolmente dalla complessità delle disposizioni e dalla grandezza del patrimonio.
A cosa serve
Il testamento pubblico serve ad assicurarsi che il documento sia conservato accuratamente, che non possa essere danneggiato, smarrito o distrutto, ma anche a prevenire le contestazioni sulla sua autenticità. Poi, l’assistenza professionale garantisce che siano rispettate nel migliore dei modi le volontà rispetto al patrimonio ereditario e, soprattutto, che siano conformi alla legge.
Oltretutto, il testamento pubblico garantisce che le stesse disposizioni siano applicate alla morte del testatore, poiché a occuparsene è il notaio. C’è poi un enorme vantaggio del testamento pubblico, ovvero la forma orale.
Si tratta dell’unico testamento in cui il testatore può comunicare a voce le sue volontà, poiché vengono trascritte dal notaio alla presenza dei testimoni. È un elemento fondamentale, perché permette a tutti di disporre del proprio patrimonio, anche se analfabeti per esempio.
Ecco qualche altro esempio dell’utilità di questo tipo di testamento.
Esempi
- Caio è malato e ha difficoltà a scrivere, perciò non può far testamento olografo (che deve essere scritto a mano e direttamente dal testatore, pena invalidità), perciò gli serve un testamento pubblico.
- Tizio è uno straniero che vive in Italia e vuol far testamento, ma non conosce a sufficienza la lingua da essere sicuro di evitare errori. Si può rivolgere al notaio e vedersi affidato un interprete (sottoposto a giuramento), peraltro all’atto in italiano deve essere allegato quello in lingua straniera sottoscritto.
- L’interprete è indispensabile anche quando il testatore è muto o sordo, ad esempio, e può assistere il testatore soltanto nel testamento pubblico.
- Sempronio non si fida abbastanza delle persone vicino a lui (o non ce ne sono) affinché facciano ritrovare il testamento olografo; dunque, deve cercare una sicurezza nell’atto notarile. Si pensi anche ai casi più gravi, quando si teme che qualcuno tenti di contraffare le disposizioni o peggio attentare al testatore scoprendo di esserne beneficiario.
Riassumendo i vantaggi del testamento pubblico: forma orale, assistenza del notaio, custodia, pubblicazione.
leggi anche
Come fare testamento (e dove)
© RIPRODUZIONE RISERVATA