Riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza sono legge: approvato dal Senato il testo (che potete scaricare e consultare) del “Decretone”, ossia D.L. 4/2019.
A pochi giorni dalla scadenza, la riforma delle pensioni - descritta dal D.L. 4/2019 - diventa legge: non ci sono rischi, quindi, per coloro che hanno fatto domanda per Quota 100 e Opzione Donna, così come per chi spera di ricevere presto il reddito di cittadinanza.
Il lungo iter parlamentare si è concluso nella giornata di ieri, quando al Senato è stata completata la terza lettura del testo del decreto legge 4/2019: sono stati 150 i voti favorevoli (da parte dei gruppi della maggioranza, M5S e Lega), mentre 107 voti contrari sono arrivati da Fratelli d’Italia, Partito Democratico e Forza Italia. 7 gli astenuti, appartenenti ai gruppi delle Autonomie e a Liberi e Uguali. Il testo del decreto legge 4/2019 approvato al Senato è lo stesso licenziato dalla Camera; non sono state quindi introdotte altre novità su riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza.
Sul versante previdenziale, quindi, con la conversione in legge è stato confermato in toto l’impianto su Quota 100, così come per lo stop dell’adeguamento con le speranze di vita per la pensione anticipata e per Quota 41 riservata ai precoci. Prorogate per un anno Opzione Donna e l’Ape Sociale, mentre per alcune misure previdenziali (quali appunto la pensione anticipata e Quota 41) è stata introdotta una finestra mobile di tre mesi.
Vi è poi la possibilità di anticipare l’accesso alla pensione approfittando dello scivolo pensionistico triennale riservato a coloro che ricorrono a Quota 100; infine, è possibile riscattare agevolmente i periodi non coperti da contribuzione (pace contributiva) o gli anni di studio universitari (riscatto della laurea agevolato).
Confermate, seppur con qualche novità, anche reddito e pensione di cittadinanza con quest’ultima che si “apre” anche ai disabili i quali potranno farne richiesta qualora ne ricorrano le condizioni.
Ci sono novità anche per il settore del pubblico impiego, visto che si è approfittato della conversione in legge per introdurre delle deroghe a quanto previsto dalla Legge di Bilancio, con la quale le assunzioni in alcuni comparti della Pubblica Amministrazione sono state bloccate fino a novembre 2019.
Tuttavia, con l’introduzione di Quota 100 - con la quale molti dipendenti pubblici accederanno alla pensione - e del reddito di cittadinanza - per il quale servono più controlli da parte delle autorità - bisogna far fronte a delle nuove necessità: per questo motivo nel testo del decreto (che potete scaricare successivamente) sono state sbloccate le assunzioni nel pubblico impiego, specialmente per il Ministero della Giustizia, per il MIBAC e per Regioni ed Enti Locali.
Con ieri quindi si è concluso quello che probabilmente è il provvedimento più importante approvato dal Governo Lega-Movimento 5 Stelle; qui trovate il testo completo da stampare e consultare, oltre alle spiegazioni su tutte le novità introdotte con il passaggio in Parlamento.
Decreto 4/2019: le novità introdotte nel testo originale
Come anticipato, il testo che esce dall’esame in Parlamento è piuttosto differente da quello originale, seppur l’impianto centrale è rimasto più o meno lo stesso.
Nel dettaglio, per quanto riguarda reddito e pensione di cittadinanza, le novità da segnalare sono:
- più controlli per i cambi di residenza in caso di separazione e divorzio, per i quali sarà necessaria la certificazione della Polizia Locale;
- regole più severe per lavoro nero;
- nessun limite per il prelievo in contanti per la pensione di cittadinanza;
- per i nuclei familiari composti da almeno quattro persone in cui ci sono disabili il massimo di reddito di cittadinanza erogabile si alza di 50,00€, passando da 1.050€ a 1.100€ mensili;
- cambiano i requisiti per ottenere la pensione di cittadinanza: si può richiedere anche per un nucleo familiare composto da almeno un Over 67 e in cui gli altri componenti, pur avendo meno di 67 anni, sono in uno stato di grave disabilità o in condizione di non autosufficienza;
- dovranno sottoscrivere il Patto per il Lavoro anche coloro che pur lavorando hanno un reddito da lavoro sotto la soglia di imponibilità fiscale, i cosiddetti working poor;
- esclusi dalla possibilità di richiedere il beneficio coloro che hanno subito una misura cautelare personale, anche se adottata all’esito di convalida dell’arresto del fermo, o una condanna (anche se con sentenza non definitiva;
- nel computo del requisito immobiliare - che ricordiamo non deve essere superiore ai 30.000€, prima casa esclusa - si tiene conto anche degli immobili posseduti all’estero.
Ci sono poi novità in ambito previdenziale: ad esempio, è stato eliminato il limite di 45 anni per il riscatto agevolato della laurea. In realtà l’estensione è puramente formale, visto che difficilmente chi ha più di 45 anni riuscirà ad accedere a questo strumento: potranno farlo, infatti, solamente coloro che hanno cominciato a lavorare successivamente al 1° gennaio 1996.
Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, è stato invece aumentato il limite entro il quale si può beneficiare dell’anticipo del TFS/TFR con un prestito agevolato: dai 30.000 previsti inizialmente si è saliti fino a 45.000€.
Come anticipato, sono state sbloccate le assunzioni nel pubblico impiego, con deroghe per Ministero della Giustizia e del MIBAC che già da luglio 2019 potranno reclutare nuovo personale.
Per maggiori informazioni, ecco il dossier realizzato dalla Camera dei Deputati dove trovate tutte le novità spiegate in merito a pensioni, reddito di cittadinanza e altre misure assistenziali.
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