Il sondaggio di Money.it: alla luce delle restrizioni introdotte dalla Commissione europea, sarebbe giusto vietare in Italia l’uso dell’applicazione TikTok?
TikTok, è giusto vietarlo in Italia? Questo è stato il sondaggio che Money.it ha voluto proporre ai suoi lettori visto che questa applicazione, assai diffusa tra i più giovani, è al centro di un autentico giallo internazionale - da noi si sta scomodando addirittura il Copasir - con diversi Paesi che hanno introdotto delle restrizioni al suo utilizzo.
SONDAGGIO CHIUSO QUI I RISULTATI
TiKTok da settimane è al centro di polemiche, con Stati Uniti, Canada e Unione europea che hanno preso dei provvedimenti nei confronti di questo social network cinese che ha circa 1 miliardo di utenti attivi in tutto il mondo, molti dei quali minorenni.
Il pomo della discordia riguarda la sicurezza dei dati personali tanto che la Commissione europea, seguendo l’esempio di quanto fatto Oltreoceano, ha deciso di vietare al proprio personale di scaricare l’app sia sui cellulari aziendali sia su quelli privati.
In Italia su La Repubblica il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha dichiarato su TikTok che “il tema è all’attenzione da qualche giorno”, ma nel governo c’è chi frena come Matteo Salvini in quanto “contrario ad ogni tipo di censura, in una società liberale prima di arrivare a ’blocchi’ radicali bisogna riflettere bene”.
Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è stato quello di capire se sia giusto vietare TikTok in Italia oppure se si tratterebbe di una decisione sbagliata e illiberale.
Un sondaggio su TikTok
Da quando è esploso l’utilizzo di TikTok, ormai per distacco il social network preferito dai più giovani tanto che anche molti dei nostri politici hanno aperto un proprio profilo per cercare di strizzare l’occhio ai nuovi elettori, sono state molte le polemiche riguardanti questa app made in China.
“I dati degli utenti italiani - ha dichiarato nelle scorse ore l’azienda -, così come quelli europei, non sono conservati in Cina ma negli Stati Uniti e Singapore e presto all’interno dell’Unione europea nel data center irlandese. Così come dichiarato pubblicamente più volte, il governo cinese non ha mai chiesto l’accesso ai dati dei nostri utenti e laddove dovesse non li condivideremmo”.
Fatto sta che in Italia il ministro Zangrillo ha ammesso che “su questo argomento si sta già impegnando il Copasir, ma è evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è fortemente coinvolto; le opzioni possono essere di muoversi come si è mossa la Commissione europea o eventualmente assumere una decisione diversa”.
Per Zangrillo quella su TikTok “è una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea”, con la decisione sul divieto o meno che verrà presa a breve.
Intanto è arrivata una mossa proprio da parte di TikTok, che ha deciso di consentire l’accesso all’app al massimo per 60 minuti al giorno ai minorenni, introducendo anche altre funzioni rivolte alle famiglie.
Basterà questo per evitare la scure da parte dell’Occidente? Difficile visto che il tema di fondo è quello dei dati personali anche se, nella giungla del web, la questione andrebbe estesa a tutti i social network.
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