I titoli petroliferi su cui puntare nel 2021

Pierandrea Ferrari

20/01/2021

Il processo di vaccinazione apre le porte ad un graduale ritorno alla normalità nel secondo semestre dell’anno. A beneficiarne saranno soprattutto i titoli petroliferi: ecco su quali puntare nel corso del 2021.

I titoli petroliferi su cui puntare nel 2021

Quali sono i titoli petroliferi su cui puntare nel corso del 2021?

Negli ultimi due mesi, il greggio Wti ha registrato un rialzo del 51% (il prezzo è di 53 dollari al barile al momento della scrittura), beneficiando di una combinazione di tagli alla produzione e domanda crescente: un balzo notevole, se pensiamo che in piena prima ondata il petrolio texano aveva finito per muoversi in territorio negativo (-37 dollari il 20 aprile).

Certo, i fattori ribassisti non mancano, dalla recrudescenza della pandemia – le varianti inglesi, sudafricane e brasiliane mettono ora a dura prova gli immunizzanti prodotti dalle Big Pharma – al pollice verde della nuova agenda Biden, che secondo le previsioni dovrebbe spingere l’acceleratore sulle nuove soluzioni di mobilità sostenibile (e Tesla, in testa, gongola).

Ma i movimenti sul mercato degli ultimi mesi sono esemplificativi della cieca fiducia di Wall Street in una piena ripresa del comparto petrolifero, irrobustita da quel processo di vaccinazione che potrebbe scardinare la “stay-at-home-economy” dell’ultimo anno e ripristinare le abitudini di consumo pre-crisi.

I migliori titoli petroliferi del 2021

Malgrado le perduranti incertezze, dunque, è di nuovo tempo di scommesse per le piazze finanziarie: pur rimanendo ad una distanza siderale dalla quotazione di fine 2018 (il prezzo del Wti era riuscito a superare quota 70 dollari) il greggio texano, dopo la rovinosa caduta della scorsa primavera, è nuovamente sui livelli di febbraio 2020, quando la pandemia non aveva ancora iniziato a travolgere l’economia globale.

Quanto basta, ai mercati, per vedere uno spiraglio di profitto per i prossimi mesi: del resto, anche l’inflazionato comparto elettrico dell’automotive, che secondo le previsioni godrà della crescente contesa tra Stati Uniti e la Cina per la leadership del settore, necessita di quelle centrali elettriche alimentate in buona parte da combustibili fossili.

Insomma, i titoli petroliferi resistono: secondo Phil Flynn, analista di Price Futures Group, “le tanto derise aziende petrolifere sono destinate a diventare più grandi e più forti”. Ma, tra queste, quali saranno quelle a beneficiare maggiormente dell’euforia che, a pari passo con la distribuzione dei vaccini anti-Covid, inizierà inevitabilmente a diffondersi sui mercati?

Prendendo in considerazione i titoli presenti sull’indice S&P 500, al momento è Phillips 66 – multinazionale USA con base a Houston – la più accreditata: l’azienda ha infatti raccolto il 100% di raccomandazioni buy su 21 analisti, seguita da Cocono Phillips (96% buy su 27 analisti), Pioneer Natural Resources & Co. (94% buy su 31 analisti) Diamondback Energy Inc. (91% buy su 32 analisti) e Valero Energy Corp. (90% buy su 21 analisti).

Petrolio Wti e Brent in rialzo dopo lo shock di marzo

In attesa di ulteriori evoluzioni sul fronte pandemico, una cosa è certa: il greggio Wti e il Brent si sono ormai messi alle spalle il crollo della scorsa primavera, e la marcia verso i livelli di inizio 2020 continua.

Per ora, il prezzo del petrolio texano è in linea con i giorni che avevano preceduto lo shock di marzo: 53 dollari al barile, a distanza di sicurezza dal picco negativo (-37 dollari) toccato nel pieno della prima ondata.

Discorso simile anche per il greggio del Mare del Nord, che viene ora scambiato ad un prezzo di 56,5 dollari al barile, in linea con la quotazione dello scorso 25 febbraio: anche in questo caso, i minimi di aprile sono lontani (16,9 dollari).

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