La tredicesima può essere pagata mensilmente o in un’unica soluzione a fine anno. Come scoprire come funziona per il proprio contratto? Basta controllare la busta paga.
Tutti i lavoratori dipendenti hanno diritto alla tredicesima mensilità, ma a non tutti spetta a fine anno: potrebbe succedere, infatti, che il datore di lavoro abbia deciso di pagare la tredicesima mensilmente, aggiungendola dunque allo stipendio del mese in cui viene maturata.
A tal proposito, potrebbe succedere che un lavoratore non sia a conoscenza di ciò e quindi nel mese di dicembre aspetta con ansia una tredicesima che tuttavia non arriverà mai. O meglio, nella busta paga di dicembre ci sarà solamente 1/12 della tredicesima, ossia il rateo maturato in quel mese.
Va detto che la possibilità che la tredicesima venga pagata ogni mese anziché a fine anno deve essere prevista dal contratto individuale; quindi deve esserci un accordo scritto firmato sia dal datore di lavoro che dal dipendente. Il problema è che ancora oggi ci sono datori di lavoro scorretti che non solo non consegnano una copia del contratto al dipendente, ma che persino non lo informano che nella retribuzione pattuita è compresa mensilmente anche la tredicesima.
Ad esempio, un datore di lavoro promette una retribuzione di 1.000 euro, omettendo però che a tale cifra ci si arriva grazie al rateo di tredicesima maturata mensilmente. Lo stipendio, quindi, verrà erogato per 12 e non per 13 mensilità come invece si potrebbe pensare.
Ecco perché se siete stati assunti da poco è bene che vi informiate su qual è la modalità di pagamento della tredicesima adottata dall’azienda, così da evitare di restare delusi in caso di tredicesima non pagata a fine anno.
Cosa dice la legge sul pagamento della tredicesima
La legge autorizza due diverse modalità di pagamento della tredicesima, ossia:
- in un’unica soluzione: la tredicesima viene pagata a dicembre, con date variabili a seconda di quanto previsto dal Ccnl (che comunque lascia ampia discrezionalità al datore di lavoro). In questo caso, si ha diritto a un importo complessivo di tutti i ratei di tredicesima maturati nel corso dell’anno e quindi si può parlare di gratifica natalizia;
- in anticipo ogni mese: la tredicesima maturata mensilmente viene accreditata nella busta paga di riferimento. Su ogni stipendio, dunque, il lavoratore ha diritto a una parte di tredicesima, rinunciando così alla gratifica di fine anno.
Per quest’ultimi, quindi, a ogni stipendio si aggiunge 1/12 dello stesso, ossia l’equivalente della tredicesima maturata mensilmente. Ad esempio, su uno stipendio mensile 2.000 euro lordi spettano circa 166 euro di tredicesima (sempre lorda) in busta paga.
Anziché una tredicesima di 2.000 euro pagata a fine anno, quindi, si godrà di uno stipendio più alto ogni mese. E nel cedolino di dicembre l’importo della tredicesima sarà pari a quello riconosciuto nei mesi scorsi: tra la busta paga di dicembre e - ad esempio - quella di novembre, non ci sono grandi differenze.
Tredicesima pagata in busta paga: chi decide?
La tredicesima può essere corrisposta mensilmente, ma deve essere un accordo tra datore di lavoro e dipendente a prevederlo.
E non solo, prima di accordarsi è bene verificare quanto stabilito dal contratto collettivo a riguardo, anche perché ce ne sono alcuni che vietano espressamente una tale possibilità.
Qualora invece nel Ccnl non vi sia alcuna informazione a riguardo, allora non ci sono norme che impediscono al datore di lavoro di prevedere delle regole differenti da quelle indicate nel contratto collettivo, purché queste non vadano ad arrecare un pregiudizio al dipendente.
Per questo motivo è assolutamente necessario che il lavoratore acconsenta a ricevere la tredicesima in maniera frazionata, con questa possibilità che deve essere prevista da un accordo individuale o aziendale.
Lo stesso vale per la quattordicesima, mentre ricordiamo che non è più possibile pagare il Tfr mensilmente in busta paga (ma il dipendente può comunque chiedere un anticipo).
Come controllare la tredicesima in busta paga
Visto quanto detto sopra, è importante saper leggere la busta paga così da verificare se la tredicesima è già stata pagata mensilmente oppure se bisogna aspettarsi l’accredito per intero a fine anno.
Nel dettaglio, la tredicesima è indicata nel corpo centrale della busta paga, ossia nella parte riferita alla retribuzione. Ebbene, qualora in questo spazio doveste leggere, anche nelle mensilità che vanno da gennaio a novembre, una specifica voce “tredicesima”, allora vorrà dire che per il calcolo dello stipendio si è tenuto conto anche del rateo di tredicesima maturato. E di conseguenza non ci sarà il pagamento per intero a fine anno.
Diversamente, qualora non risulti alcuna voce tredicesima nelle altre buste paga, allora la tredicesima verrà interamente pagata in un’unica soluzione nel mese di dicembre.
Tredicesima pagata mensilmente: quanto spetta?
Per il calcolo della tredicesima, anche se pagata mensilmente, si utilizza sempre la stessa formula, ovvero:
(retribuzione media mensile * numero di mesi lavorati)/ 12 mensilità
Di conseguenza il lavoratore che dall’inizio dell’anno opta per il pagamento frazionato della tredicesima riceverà in ogni busta paga 1/12 della retribuzione media mensile. Ovviamente bisogna prestare attenzione al fatto che il totale delle dodici rate corrisponda esattamente a quanto spetterebbe al lavoratore nel caso in cui avesse ricevuto la tredicesima in un’unica soluzione.
Inizialmente fare una stima di qual è la retribuzione media mensile che il lavoratore andrà a percepire per l’intero anno è impossibile; ecco perché solitamente nell’ultimo stipendio di dicembre è previsto il conguaglio, con il quale verrà corrisposta la parte rimanente della tredicesima complessiva.
Prima di concludere ricordiamo che la tredicesima matura tutto l’anno, anche quando il dipendente non svolge l’attività lavorativa perché in ferie, malattia o assente per infortunio. La tredicesima, inoltre, si matura anche durante la maternità, il permesso giornaliero per allattamento, il congedo matrimoniale o la cassa integrazione.
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