La legge di Bilancio 2023 ha stretto i parametri per accedere alla sanatoria: tra i requisiti per il condono delle violazioni tributarie c’è la dichiarazione validamente presentata.
Una delle misure più importanti della legge di Bilancio 2023 è quella della tregua fiscale. La sanatoria viene declinata in vari modi, ma di base prevede il pagamento dell’imposta dovuta avendo però a disposizione un tempo più esteso, insieme a uno sconto corposo sulle sanzioni. La cancellazione dei debiti riguarda solo le cartelle fino al 2015 e con importi inferiori a mille euro.
Per quanto riguarda le violazioni tributarie, però, è stato introdotto un altro paletto, un requisito che restringe la portata della tregua fiscale: potranno accedere alla sanatoria solo le dichiarazioni «validamente presentate». Queste ultime due parole sono state aggiunte in un secondo momento, al termine dell’iter parlamentare. Dunque, chi viene escluso dalla sanatoria?
Gli esclusi dalla tregua fiscale: così la legge di Bilancio aggiunge un requisito per l’accesso alla sanatoria
Il perimetro normativo di riferimento è l’articolo 1 comma 174 della legge 197/2022 (cioè la legge di Bilancio 2023). Al testo del ddl Bilancio sono state aggiunte le parole «validamente presentate» in riferimento alle dichiarazioni oggetto di violazioni tributarie. La ratio è chiara: escludere dalla sanatoria le omesse dichiarazioni.
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Di conseguenza, a essere esclusi dalla sanatoria sono quei contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione nel 2021 e negli anni precedenti. Si legge nel testo della legge di Bilancio:
“Con riferimento ai tributi amministrati dall’Agenzia delle entrate, le violazioni diverse da quelle definibili ai sensi dei commi da 153 a 159 e da 166 a 173, riguardanti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a periodi d’imposta precedenti, possono essere regolarizzate con il pagamento di un diciottesimo del minimo edittale delle sanzioni irrogabili previsto dalla legge, oltre all’imposta e agli interessi dovuti.”
Per gli altri contribuenti rimane invece la possibilità di pagare anche in otto rate trimestrali di pari importo, con la prima rata in scadenza il 31 marzo. Le rate successive alla prima vanno pagate entro il 30 giugno, 30 settembre e 20 dicembre di ciascun anno, aggiungendo gli interessi del 2% annuo.
Come funziona la sanatoria delle violazioni tributarie
La regolarizzazione delle violazioni tributarie avviene, quindi, quando il contribuente ha presentato la dichiarazione. Il comma 175 dell’articolo 1 della legge di Bilancio specifica però che le violazioni non devono già essere state contestate alla data del versamento di quanto dovuto o della prima rata, con atto di liquidazione, di accertamento o di recupero, di contestazione e di irrogazione delle sanzioni.
La sanatoria si perfeziona con il versamento di quanto dovuto o della prima rata entro il 31 marzo 2023 e con la rimozione delle irregolarità od omissioni. Si decade dal beneficio del pagamento a rate nel momento in cui non si versa, in tutto o in parte, una delle rate successiva alla prima, oppure non si rispetta la scadenza del pagamento. In tali ipotesi, si legge nel testo della manovra, «la cartella di pagamento deve essere notificata, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di decadenza della rateazione».
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