Troppo divertente per non condividerla, peccato sia un fake

Redazione

28/03/2022

Nel fine settimana un’immagine fake è stata condivisa da migliaia di utenti su tutti i social: un titolo “sbagliato”, ma che è semplicemente falso. Ridere fa bene, ma l’importante è sapere di cosa si ride.

Troppo divertente per non condividerla, peccato sia un fake

Ogni uomo sa bene che quando si ricopre di peluria il labbro è già un maestro dell’arte e della verità”. Così recita la famosa frase di Orson Welles contenuta in uno dei suoi capolavori, F for fake.

Senza scomodare troppo il grande maestro Welles, un nuovo “fake” ha rallegrato il fine settimana degli utenti social italiani strappando un sorriso in un momento in cui, tra guerra e pandemia, c’è grande bisogno di leggerezza.

Peccato che sia tutto un fake.

Convinti che come diceva Jean Paul “l’ironia e l’intelligenza sono sorelle di sangue“, un eccesso di permalosità potrebbe risultare inopportuno a riguardo ma è assolutamente necessario difendere per prima cosa la professionalità di chi si è ritrovato, suo malgrado, a essere protagonista dell’ennesimo caso social.

Nell’epoca dei deep fake e dei fotomontaggi, il pericolo è dietro l’angolo ma basta un minimo di attenzione, specie da chi conosce bene questo mondo, per capire quando si è di fronte a una manipolazione oppure a uno svarione. D’altronde non è la prima volta che succede, come dimostra quanto avvenuto di recente anche a Il Sole 24 Ore e la Repubblica.

Proprio con l’inizio della guerra in Ucraina un caso simile era successo a la Repubblica: all’interno di un articolo figurava un finto refuso, anche in questo caso divertente, che veniva però attribuito ai giornalisti della redazione e che, invece, non era un errore ma semplicemente un’immagine fake.

Lunga vita all’ironia, anche quando si tratta di un palese fake.

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