Trump si scaglia contro l’Europa: vantaggi ingiusti da politiche BCE

Luca Fiore

18/06/2019

L’obiettivo odierno di Trump si chiama Mario Draghi, colpevole di voler sostenere la ripresa in Europa.

Trump si scaglia contro l’Europa: vantaggi ingiusti da politiche BCE

Sempre sul pezzo, oggi Donald Trump non ha perso tempo per commentare le indicazioni in arrivo da Sintra. E, come spesso accade, i toni utilizzati dal Potus non sono stati all’insegna della pacatezza.

L’obiettivo del n.1 della Casa Bianca si chiama Banca centrale europea, e in particolare il presidente Draghi, reo di indebolire la moneta unica a scapito degli interessi a stelle e strisce.

Fed e BCE si preparano a tagliare

Questa mattina in occasione del Forum della BCE della cittadina portoghese, il chairman Draghi ha paventato l’ipotesi di un taglio dei tassi (qui la nostra notizia). Immediata la reazione dell’eurodollaro, in calo in questo momento sotto quota 1,12 a 1,11968 usd (-0,18%).

La caduta del cross è contenuta dal fatto che anche dall’altra parte dell’Atlantico stanno pensando a un allentamento delle condizioni monetarie: scontata una conferma del tasso sui Fed Funds nel corso del meeting che terminerà domani, stando alle indicazioni in arrivo dal CME FedWatch Tool il tasso benchmark sarà confermato all’attuale livello (225-250 punti base) con una probabilità dell’80%, discorso speculare può essere fatto per il meeting di fine luglio.

In questo caso, il taglio dei tassi totalizza il 90% di probabilità distribuite in -25 (65%) e -50 punti base (25%).

Le parole di Draghi hanno inoltre spinto al ribasso i rendimenti dei bond di Eurolandia. In particolare evidenza la carta francese, il cui rendimento sul 10 anni si è riportato sotto quota zero (qui l’approfondimento).

Ma cosa ha detto Donald Trump a Draghi?

Obiettivo della rabbia di Donald Trump è l’ipotesi di riduzione del costo del denaro in Eurolandia. “L’hanno fatta franca per anni -ha detto tramite Twitter- insieme alla Cina e agli altri (Paesi, ndr)”.

Si tratta di azioni che finiscono per indebolire l’euro e “rendono ingiustamente più facile (per i Paesi di Eurolandia, ndr) competere con gli Stati Uniti”.

Draghi questa mattina aveva rilevato che “in assenza di miglioramenti, come ad esempio il ritorno sostenuto dell’inflazione verso i nostri target, nuovi stimoli si renderanno necessari”.

Qualche giorno fa il presidente statunitense aveva attaccato, per ragioni simili, la Cina (leggi qui).

Trump: messaggio per Powell?

Quello di The Donald può essere interpretato anche come un messaggio indiretto al chairman della Federal Reserve, Jerome Powell.

Da sempre particolarmente critico con l’operato della Banca Centrale (con Obama presidente era l’eccessivo allentamento a non andare bene, ora l’istituto è accusato di frenare l’economia), Trump potrebbe aver colto l’occasione per lanciare l’ennesimo messaggio alla Fed, alla quale è stato più volte chiesto di ridurre i tassi a stelle e strisce.

Draghi: andamento del cambio non è nostro obiettivo

In risposta alle accuse arrivate da Washington, Draghi non ha perso tempo per precisare che “ho detto che siamo pronti a usare tutti gli strumenti necessari per riportare il tasso d’inflazione al nostro obiettivo, non abbiamo come obiettivo il tasso di cambio".

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