Ora Trump accusa l’OMS del disastro coronavirus negli USA

Violetta Silvestri

08/04/2020

Donald Trump ha trovato un altro nemico al quale addossare la colpa del disastro coronavirus negli USA: l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Proprio quando gli Stati Uniti registrano il record di morti, il presidente appare sempre più in confusione.

Ora Trump accusa l’OMS del disastro coronavirus negli USA

Il coronavirus ha appena fatto registrare un nuovo triste record di morti negli USA, con quasi 2.000 decessi in 24 ore. E Trump, in cerca di nuovi nemici da accusare del disastro in cui si trovano gli Stati Uniti, adesso se la prende con l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il presidente statunitense, nel tentativo sempre più frenetico di allontanare la responsabilità di migliaia di morti americani dalla Casa Bianca ha gettato fango sull’OMS, in una conferenza stampa irritata e contraddittoria, come accade ormai spesso da quando la potenza americana si trova nel pieno dell’emergenza COVID-19.

L’accusa di Trump è stata accompagnata dalla minaccia di sospendere i finanziamenti all’organizzazione, una decisione che sarebbe abbastanza discutibile visto che tutto il mondo, USA in primis, stanno lottando ora contro una delle peggiori pandemie.

Trump se la prende con l’OMS per il dramma coronavirus

Nella conferenza stampa di martedì 7 aprile, Donald Trump ha cercato di addossare la responsabilità della gravità della pandemia negli USA all’OMS. Il presidente ha accusato con indignazione l’organizzazione di passi falsi, errori, ritardi, fallimenti nella gestione dell’epidemia.

L’OMS non sarebbe stata abbastanza aggressiva ed efficiente secondo l’inquilino della Casa Bianca. E questo, naturalmente, avrebbe provocato lo scenario drammatico che sta vivendo la grande nazione americana ora.

L’accusa, com’è tipico nello stile di Trump, è quindi diventata subito minaccia:

Sospenderemo i finanziamenti all’OMS. Si sono sbagliati su molte cose. Avevano molte informazioni sull’epidemia ma non le hanno diffuse, ma sembravano essere molto incentrati sulla Cina.”

Il discorso di Trump è parso, in realtà, poco lucido e piuttosto in linea con la confusione che tutto il Paese sta vivendo in questo momento. Alla domanda dei giornalisti se, quindi, gli USA avrebbero congelato i soldi da destinare all’OMS, Trump ha contraddetto quanto affermato prima, dicendo che era solo un’ipotesi e si valuterà.

Trump allo sbando nella lotta all’epidemia

L’irritazione del presidente USA contro l’organizzazione arriva in un momento cruciale per il Paese, che sta soffrendo più di tutti a livello internazionale della crisi sanitaria da COVID-19.

Il presidente ha tentato di denunciare l’OMS per mancanze che, in realtà, sembrano essere proprio della Casa Bianca. Esperti di sanità pubblica hanno ormai affermato che le smentite pubbliche di Trump sui pericoli del virus hanno di fatto rallentato la risposta americana all’epidemia, con ritardi nei test e una gestione fallimentare nel fornire l’equipaggiamento protettivo.

L’OMS ha dichiarato l’emergenza per la salute pubblica il 30 gennaio, quasi un mese prima che Trump annunciasse via social: “Il coronavirus è sotto controllo negli Stati Uniti”, e dichiarasse: “Un giorno - è come un miracolo - scomparirà”. L’emergenza nazionale è scattata soltanto il 13 marzo per gli USA.

Intanto, Trump è finito nel mirino di pesanti accuse di non intervento contro il coronavirus proprio in queste ore, quando è uscita la notizia di un avvertimento di fine gennaio di Peter Navarro, consulente commerciale del presidente, sulla pericolosità del virus per gli USA.

Il presidente ha minimizzato, respingendo le accuse di superficialità al riguardo. Ma il discorso sull’OMS non è che una reazione scomposta di un presidente allo sbando dinanzi a un vero dramma, palesemente sottovalutato.

La strategia di Trump più coerente, al momento, sembra quella di accusare altri della situazione USA per il coronavirus. Il presidente ha ripetutamente negato la responsabilità e ha cercato di incolpare prima la Cina, poi l’amministrazione Obama e i media, ora l’OMS dei quasi 400.000 contagi nella nazione.

Intanto, negli Stati Uniti aumentano positivi, deceduti e richieste di sostegno sanitario.

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