Tutti aspettano la Fed: quali previsioni sui tassi? Perché il tema è cruciale

Violetta Silvestri

18 Febbraio 2023 - 12:49

Le prossime mosse della Fed sono molto attese e suscitano analisi e previsioni di ogni tipo: i tassi saranno sempre più alti e la recessione negli Usa è inevitabile? Cosa può succedere.

Tutti aspettano la Fed: quali previsioni sui tassi? Perché il tema è cruciale

La Federal Reserve sotto la pressione di previsioni e analisi: cosa sta per decidere nella riunione di marzo e come influenzerà la più importante economia del mondo?

Si rincorrono stime e valutazioni sul destino degli Usa e dopo i dati della scorsa settimana le scommesse su una banca centrale ancora aggressiva per un po’ si sono rafforzate.

Il punto centrale è che il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo di gennaio ha mostrato una ripresa delle pressioni sui prezzi, con l’indicatore principale in aumento dello 0,5% rispetto al mese precedente, il massimo da ottobre. Anche il rapporto sull’occupazione di gennaio ha evidenziato un aumento degli occupati, lasciando il numero di persone in cerca di lavoro ancora molto al di sotto del numero di posizioni disponibili.

Con questa cornice, i rialzi dei tassi continueranno, mentre crescono i timori di un’inflazione radicata e di un “atterraggio morbido” non così probabile per gli Usa. Le analisi degli esperti, tra ottimismo e prudenza su cosa accadrà non solo negli Stati Uniti, ma nell’economia globale.

La Fed ha bisogno di prudenza: un’analisi

Tra le voci prudenti su come la Federal Reserve dovrà rispondere a un’inflazione ancora elevata, c’è quella dell’ex segretario al Tesoro Usa Lawrence Summers.

Il suo intervento a Bloomberg Television è stato chiaro: “La Fed dovrà considerare la situazione con molta umiltà..Dovrebbe evitare di bloccarsi in qualsiasi tipo di pronunciamento forte. Da un lato la Fed ha cercato di mettere i freni, e non sembra che questi stiano ottenendo molta trazione. Ma dall’altro, c’è il potenziale per un arresto improvviso dell’economia, quando le aziende fanno i conti con un accumulo di scorte e personale sui loro libri paga, e i consumatori esauriscono i loro risparmi.”

La componente mediana dei prezzi al consumo sta ora salendo a un “ritmo vicino al 7%”, ha calcolato Summers, il più veloce in quattro decenni. E questo è una preoccupazione rilevante.

I dati sollevano dubbi sul consenso dei mercati finanziari sul fatto che il problema principale ora riguardi quanti altri aumenti di 25 punti base la Fed eseguirà prima di “una lunga pausa dei tassi” e di un’eventuale mossa verso l’allentamento, ha affermato Summers.

“Invece, è probabile che la Fed impiegherà più tempo per raggiungere il suo massimo tasso ufficiale, o che dovrà accelerare il ritmo degli aumenti”, ha affermato. I futures sui tassi di interesse suggeriscono che il presidente Jerome Powell e i suoi colleghi alzeranno il tasso chiave di un quarto di punto percentuale a marzo e maggio, e le probabilità favoriscono un ultimo movimento di un quarto di punto a giugno.

Attenzione, infine, a un altro dato: l’ex capo del Tesoro ha evidenziato che le proiezioni sul deficit di bilancio rilasciate questa settimana dall’ufficio del Congresso erano “preoccupanti” di per sé e che il vero percorso potrebbe essere anche peggiore.

Il deficit di bilancio per il 2023 è visto di 426 miliardi di dollari peggiore di quanto stimato lo scorso maggio, a 1,41 trilioni di dollari. Il debito pubblico è visto salire a $46 trilioni entro il 2033, pari al 118% del Pil, il più alto nella storia degli Stati Uniti.

Inflazione al 2%? Target difficile per la Fed

La Federal Reserve non sarà in grado di ridurre l’inflazione statunitense al suo obiettivo del 2% senza schiacciare l’economia: questo l’avvertimento dell’economista Mohamed El-Erian.

Definendo la Fed “troppo dipendente dai dati”, El-Erian ha affermato che gli sviluppi dal lato dell’offerta, tra cui la transizione energetica, il cambiamento delle catene di approvvigionamento durante la pandemia, un mercato del lavoro ristretto e mutevoli questioni geopolitiche, richiedono un tasso di inflazione obiettivo più elevato.

Il tema di un obiettivo inflazione delle banche centrali ormai obsoleto è emerso diverse volte in questo momento storico così denso di cambiamenti. Avere un target al 3% o al 4% potrebbe consentire un percorso più facile per la stabilizzazione dell’inflazione, secondo l’esperto.

I tassi Fed saranno più alti più a lungo

Tra le opinioni sulle prossime mosse Fed e sulle implicazioni per l’economia Usa e non solo spiccano anche quelle degli economisti di Bank of America e Goldman Sachs: ora vedono la Federal Reserve estendere la campagna di aumento dei tassi di interesse più a lungo del previsto sulla scia di dati economici forti.

Sebbene parte della forza possa essere dovuta in parte agli aggiustamenti stagionali, è “difficile ignorare” i dati sull’occupazione che indicano un maggiore slancio del mercato del lavoro, hanno affermato gli economisti della Bank of America guidati da Michael Gapen in una nota del 16 febbraio.

Il team prevede ora un aumento di 25 punti base a giugno e un tasso sui fondi federali terminali compreso tra il 5,25% e il 5,5%, rispetto alle precedenti aspettative su rialzi dei tassi terminati a maggio e a un picco tra il 5% e il 5,25%.

Gli economisti di Goldman Sachs hanno anche previsto un terzo aumento dei tassi a giugno di 25 punti base, citando una “crescita più forte e notizie sull’inflazione più solide”.

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