Tutti i piani dell’Ue sono destinati a fallire

Violetta Silvestri

18/04/2024

Le ambizioni Ue su transizione energetica, difesa, competitività industriale possono fallire. Il motivo è solo uno e pone un dilemma: dove trovare le risorse per tutte le sfide?

Tutti i piani dell’Ue sono destinati a fallire

Le grandi ambizioni dell’Ue su sviluppo sostenibile, competitività, innovazione tecnologica potrebbero fallire ancora prima di entrare nel vivo. Il ragionamento alla base di un così pessimistica considerazione è banale quanto realistico: l’Unione europea non ha soldi a sufficienza per concretizzare i suoi obiettivi.

Alcuni analisti su Politico.eu hanno suggerito una interessante e doverosa riflessione: come finanziare gli investimenti necessari all’Unione per affrontare le sfide del nostro tempo? “La scomoda verità”, come sottolineato dall’articolo, è che i soldi non ci sono.

L’Europa, intanto, è sotto pressione visti gli sforzi di Stati Uniti e Cina volti a sostenere gli investimenti nella produzione nazionale con generosi sussidi e agevolazioni fiscali, in particolare nelle energie rinnovabili e nelle tecnologie verdi. Non solo, l’evoluzione imprevedibile della guerra in Ucraina, con Kiev che rischia di perdere e la Russia che spaventa le più vicine nazioni dell’Europa orientale sta convincendo i governi dell’Ue che bisognerebbe aumentare la spesa nella difesa.

Il dilemma è così sintetizzato: un’Europa competitiva e verde richiederà trilioni di euro investiti nel corso di decenni. E serviranno soldi pubblici per attirare capitali privati, secondo la bozza delle conclusioni del vertice vista da Politico. Tuttavia, i Governi dell’Ue sono cauti nel dare a Bruxelles più soldi, nell’assumersi debiti aggiuntivi o nell’introdurre nuove tasse europee.

I piani dell’Ue e le casse vuote

La recente revisione intermedia del bilancio dell’Ue ha messo in luce che il blocco sta esaurendo le liquidità dopo aver dovuto affrontare una pandemia globale, una guerra alle porte, costi energetici strutturalmente elevati e un peso economico in calo a livello globale.

“Il grosso rischio è che non avremo abbastanza soldi per la transizione verde”, ha confessato a Politico l’ex primo ministro italiano Enrico Letta prima di incontrare i leader e presentare un rapporto sulla competitività dell’UE. Ha osservato che ci sono poche risorse per il Green Deal dell’Uw dopo che il pacchetto di ripresa pandemica da 732 miliardi di euro del blocco terminerà tra due anni.

La Commissione europea, l’esecutivo dell’Ue a Bruxelles, stima anche che entro il 2030 l’Europa avrà bisogno di più di 1,5 trilioni di euro ogni anno solo per eliminare le emissioni di combustibili fossili dai suoi sistemi energetici e di trasporto. Inoltre, un fondo per le “tecnologie strategiche” – originariamente concepito come motore dell’innovazione tecnologica pulita – è stato ridotto da 10 miliardi di euro a soli 1,5 miliardi di euro.

Intanto, l’Ucraina ha un disperato bisogno di maggiore sostegno finanziario e militare da parte dei suoi alleati occidentali, poiché si trova ad affrontare difficoltà sul campo di battaglia. Con un pacchetto di aiuti americano bloccato al Congresso degli Stati Uniti e Donald Trump che mette ancora una volta a rischio la garanzia di sicurezza americana, la pressione è sull’Ue affinché intensifichi la difesa.

Gli inviati nazionali a Bruxelles si stanno già chiedendo quante risorse potranno prendere dal Green Deal per rafforzare la politica di difesa. La settimana scorsa, anche la Banca Europea per gli Investimenti ha detto ai ministri delle Finanze che avrebbe aumentato e accelerato i suoi prestiti a progetti di difesa.

La missione Ue è trovare soldi comuni

In un contesto di finanze pubbliche tese e di una scarsa voglia di un maggiore debito comune raccolto dall’Ue nel suo complesso, o di un nuovo fondo di ripresa in stile pandemico, Letta per esempio ha sostenuto che solo un pilastro di denaro privato potrebbe convincere i paesi più frugali del blocco a sostenere maggiori fondi Ue.

Parigi e altre capitali stanno spingendo per rilanciare la cosiddetta Unione dei mercati dei capitali, un piano decennale della Commissione europea per utilizzare i risparmi europei e stimolare gli investimenti privati ​​in tutto il blocco. L’idea ha faticato a ottenere l’accettazione, ma continua a emergere.

Anche il piano Letta sulla competitività chiede una migliore integrazione dei mercati finanziari del blocco in modo che le aziende possano raccogliere fondi per nuovi progetti di energia rinnovabile da investitori azionari, obbligazionari e di capitale di rischio invece di fare affidamento principalmente sui prestiti bancari. Questa è un’idea di vecchia data che è progredita lentamente. Le idee di Letta verranno riprese solo dopo le elezioni del Parlamento europeo di quest’anno e la nomina di una nuova commissione esecutiva.

“C’è bisogno di maggiori investimenti”, ha affermato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che presiede i vertici dell’UE. “Ciò che è fondamentale è agire per realizzare l’unione dei mercati dei capitali. E anche per aumentare le capacità della Banca europea per gli investimenti di investire in settori strategici”.

La creazione di mercati finanziari più ampi incanalerebbe i “miliardi di euro” dei cittadini europei in risparmi come strumento per investire in settori strategici all’interno del blocco.

Tuttavia, trovare un equilibrio tra i bisogni strategici affinché l’Ue sia competitiva e al passo con le sfide di oggi e le risorse necessarie sarà difficile.

“L’Europa sta per affrontare una sorta di triangolo impossibile, ha affermato Simone Tagliapietra, membro senior del think tank Bruegel di Bruxelles, specializzato in politica energetica e climatica. “Da un lato, vogliamo accelerare la transizione verde ed essere competitivi, dall’altro vogliamo aumentare la spesa per la difesa. E d’altro canto, vogliamo essere fiscalmente conservatori”.

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.