L’Ucraina sempre più in difficoltà manderà a combattere anche detenuti e laureati: Zelensky non può vincere la guerra ma nessuna exit strategy appare favorevole per Kiev.
L’Ucraina sta perdendo la guerra, gli alleati sono sempre più distanti e il 2024 con le sue elezioni europee e presidenziali negli Stati Uniti complicherà ancor maggiormente le cose, specie se Oltreoceano dovesse vincere Donald Trump. Dopo ventuno mesi per Kiev lo scenario sembrerebbe essere lose-lose.
La controffensiva ucraina è stata un flop e ora è la Russia ad attaccare nel Donbass, rinvigorita dal milione di munizioni arrivate dalla Corea del Nord mentre delle altrettante promesse dall’Ue a Kiev ne sono arrivate solo 300.000: l’industria bellica del Vecchio Continente negli ultimi mesi avrebbe sfornato proiettili a sufficienza ma diversi Paesi avrebbero preferito vendere le munizioni altrove.
Volodymyr Zelensky da sempre ha ribadito come per lui la guerra può terminare solo con la riconquista di tutti i territori occupati - Crimea compresa -, un concetto condiviso dalla maggioranza degli ucraini che non vuole aprire in questo momento dei negoziati con la Russia.
L’arrivo dell’inverno però sta peggiorando le cose per l’Ucraina, con il governo che a breve dovrebbe approvare una legge che prevede l’invio al fronte anche di chi è condannato per un reato e dei laureati, con l’esenzione per chi si è distinto nel percorso di studi fino a un livello di specializzazione che dovrebbe venire meno.
Un ulteriore segnale questo delle difficoltà di Kiev, con la guerra tra Israele e Hamas che ha distratto una opinione pubblica ormai sempre più distaccata in merito alle vicende riguardanti l’Ucraina: con tali appuntamenti elettorali alle porte, pure le cancellerie internazionali si sarebbero “stancate” di questo conflitto come emerso dalla telefonata scherzo dei due comici russo alla nostra premier Giorgia Meloni.
Ucraina, la guerra si mette male: cosa farà Zelensky?
Volodymyr Zelensky sembrerebbe avere una sola possibilità per fare pendere le sorti di questa guerra in proprio favore: infliggere una serie di sconfitte militari alla Russia sul campo così da ringalluzzire gli alleati occidentali e intimorire il Cremlino.
Per farlo però ha bisogno di soldati - da qui la necessità di arruolare anche detenuti e i migliori laureati del Paese - e soprattutto armi. Gli Stati Uniti però dopo aver elargito all’Ucraina 40 miliardi di dollari di aiuti adesso avrebbero chiuso il rubinetto.
I Repubblicani che a Washington controllano la Camera non vogliono svenarsi per mandare altri aiuti militari all’Ucraina, mentre le potenze europee hanno svuotato i loro arsenali e difficilmente potranno esaudire le richieste di Kiev.
Lo scenario più probabile invece è che nei prossimi mesi si assista a un nuovo inverno di stallo, con la Russia pronta poi a premere ulteriormente in primavera per cercare di far sua questa guerra.
In molti a questo punto vorrebbero che l’Ucraina iniziasse a trattare un cessate il fuoco viste anche le aperture - tutte da valutare - fatte da Vladimir Putin; un modo questo anche per accelerare nella ricostruzione e nei dossier per l’ingresso di Kiev nella Nato e nell’Ue.
L’Ucraina però non potrà diventare membro dell’Alleanza atlantica o dell’Unione europea fino a quando non avrà cessato in maniera definitiva il conflitto con la Russia, altrimenti alla prima schermaglia l’Occidente sarebbe chiamato a intervenire e questo significherebbe una guerra mondiale.
Zelensky ha di fronte a sé un amletico bivio: perdere la faccia in patria dove gode ancora di buon sostegno accettando di trattare ora con la Russia, oppure andare avanti in questa durissima guerra che non potrà mai vincere. Nel mezzo ci sono i soldati e i civili ucraini, pedine inconsapevoli di un conflitto per procura che ora sembrerebbe aver stancato l’Occidente.
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