UniCredit-Banco BPM: la strigliata di Carlo Messina (Intesa SanPaolo)

Laura Naka Antonelli

23 Dicembre 2024 - 08:02

Interpellato dall’FT il CEO di Intesa SanPaolo Carlo Messina parla dei dossier UniCredit-Banco BPM e anche UniCredit-Commerzbank.

UniCredit-Banco BPM: la strigliata di Carlo Messina (Intesa SanPaolo)

Dopo la lettera di Andrea Orcel, numero uno di UniCredit pubblicata sul Financial Times, dalle colonne del quotidiano della City sono emerse dichiarazioni sul tema del risiko bancario anche da parte di Carlo Messina, CEO di Intesa SanPaolo.

Anche il banchiere ha colto l’occasione per fare qualche critica, e di certo non contro l’OPS, offerta pubblica di scambio, lanciata dalla sua rivale UCG sull’altra banca italiana Banco BPM, così come non contro le manovre con cui sempre l’istituto guidato da Orcel continua a scalare la teutonica Commerzbank.

Il messaggio di Carlo Messina (Intesa SanPaolo) al governo Meloni e alla Germania

È tutto lecito, decide il mercato: ha affermato Messina, strigliando l’atteggiamento dei governi, in questo caso sia di Meloni che di quello tedesco, ormai caduto, di Olaf Scholz, che si sono dati da fare un bel po’ per cercare di affossare le strategie di Orcel. E che, invece, dovrebbero a suo avviso imparare forse a rimanere al loro posto, anche perché l’ultima parola non spetta sicuramente ai governi.

Sono gli azionisti....quelli che hanno investito nelle società, che determinano il loro futuro”, ha detto il numero uno di Intesa SanPaolo, spiegando che “ i governi non possono scegliere in base alle loro preferenze ...dovrebbero intervenire soltanto nel caso in cui la stabilità finanziaria fosse in pericolo”.

Ovvio il riferimento agli affondi che sono stati lanciati più volte contro Orcel dal governo Meloni, determinato a portare avanti il proprio piano, incentrato sul dossier MPS-Monte dei Paschi di Siena, la banca senese che il maggiore azionista MEF vuole rifilare a Banco BPM, soprattutto dopo che quest’ultimo ha fatto shopping di una quota del 5% dell’istituto, in occasione dell’ultimo atto del 2024 con cui il Tesoro ha consegnato il Monte al mercato.

Per quanto riguarda il dossier Commerzbank, che si è arricchito la scorsa settimana della ulteriore scalata fino al 28% circa da parte di UniCredit, Messina ha commentato la reazione del governo tedesco uscente - che ha invitato Piazza Gae Aulenti a vendere le azioni acquistate - facendo notare che “è chiaro che oggi ci troviamo in una fase in cui il consenso politico è costruito sulla difesa dei confini nazionali in alcuni settori. Ma UniCredit possiede già una grande banca tedesca (HVB) ”.

Su Banco BPM, che ha rifiutato l’OPS di UniCredit considerandola troppo bassa - con tanto di critiche arrivate dal CEO Giuseppe Castagna -, nel commentare il tentativo del governo Meloni di far deragliare il matrimonio tra le due banche mirando piuttosto a dare MPS in sposa a Piazza Meda, Messina ha riferito all’FT di credere che “un terzo grande player (del settore bancario) in Italia emergerà in ogni caso, visto che è il mercato che lo vuole ”.

L’amministratore delegato di Intesa SanPaolo si è detto in ogni caso favorevole a qualsiasi operazione di risiko tra le banche italiane. “Consideriamo un maggiore consolidamento e una maggiore competizione nel settore bancario italiano un fattore positivo, un fattore chiave che assicura investimenti robusti nella sicurezza cibernetica e nella tecnologia, che contribuiscono alla solidità dell’economia italiana.”

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