Per il Nyt gli Usa a breve annunceranno la fornitura di bombe a grappolo all’Ucraina: cosa sono questa armi che l’Italia ha vietato e come possono cambiare la guerra.
Gli Usa presto potrebbero fornire delle bombe a grappolo all’Ucraina. A far trapelare la notizia è stato il New York Times che, citando come fonte un alto funzionario dell’amministrazione americana, ha spiegato che presto l’annuncio sarà dato dalla Casa Bianca.
Se questa indiscrezione si dovesse rivelare fondata - il Nyt da quando è scoppiata la guerra in Ucraina poche volte ha preso dei granchi - significherebbe che gli Stati Uniti presto potrebbero infrangere altri due tabù: la fornitura dei missili Atacms e delle bombe a grappolo.
Come ammesso dallo stesso Volodymyr Zelensky, la controffensiva ucraina infatti non sta andando come sperato e la Nato, in occasione del vertice che si terrà la prossima settimana in Lituania, potrebbe iniziare a considerare l’eventualità di stoppare la guerra il prossimo inverno con quella che è stata ribattezzata come la “soluzione coreana”: alla Russia i territori conquistati e a Kiev la certezza di essere difesa dall’Occidente in caso di una nuova invasione.
In quest’ottica, per l’Ucraina sarà fondamentale riprendere il possesso di più territori possibile prima di questa sorta di gong, con gli Usa che potrebbero aiutare l’alleato fornendo bombe a grappolo e missili Atacms oltre agli F-16 già promessi a Kiev.
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Un congelamento della guerra in questi termini avrebbe il forte retrogusto del successo per la Russia. Per questo motivo gli Stati Uniti appaiono essere determinati a compiere un ulteriore sforzo per sostenere la controffensiva dell’Ucraina.
L’obiettivo di Washington sarebbe quello di aumentare la pressione su Mosca in due modi: fornendo all’Ucraina gli F-16 che possono trasportare anche testate nucleari e mettendo sotto tiro la Crimea, ma per permettere che questo possa accadere sarà necessario che le truppe di Kiev conquistino ulteriore terreno a Sud.
Finora il grande problema dell’esercito ucraino è stata la netta inferiorità aerea: le truppe di terra devono avanzare tra i campi minati senza una adeguata copertura dal cielo, con il concreto rischio di venire falciati dal fuoco dei russi da mesi trincerati dietro le proprie posizioni.
Se i piloti ucraini da mesi si stanno esercitando per essere capaci di pilotare un F-16 nel minor tempo possibile, ecco che i missili a lunga gittata e le bombe a grappolo potrebbero essere degli elementi decisivi per permettere a Kiev di sfondare le linee difensive russe poste sulla riva orientale del Dnepr.
Cosa sono le bombe a grappolo e il possibile impatto sulla guerra
Come si legge nel testo di una proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati, le munizioni a grappolo “sono armi di grandi dimensioni, lanciate da aerei, elicotteri o da sistemi di artiglieria, lanciarazzi e lanciamissili, che si aprono a mezz’aria spargendo centinaia (o nel caso di quelle di artiglieria decine) di submunizioni più piccole”.
Entrando più nel dettaglio “queste armi sono in grado di distruggere obiettivi estesi e di colpire bersagli in movimento; le submunizioni sono progettate in modo da esplodere al momento dell’impatto al suolo. Tuttavia, nel caso in cui il dispositivo non funzioni, rimangono attive e possono esplodere al minimo contatto o spostamento, diventando di fatto delle mine terrestri”.
Per questo motivo nel 2008 oltre 100 Paesi, tra cui anche l’Italia, hanno firmato la Convenzione sulle munizioni a grappolo promettendo di non produrle, utilizzarle, trasferirle o accumularle.
Questa Convenzione però non è stata firmata da Stati Uniti, Ucraina e Russia, ovvero i tre attori principali di questa guerra; per questo motivo nonostante il bando da parte di buona parte del mondo, la Casa Bianca potrebbe decidere di fornire bombe a grappolo a Kiev.
“L’Ucraina - si legge sul Nyt - ha affermato che le armi aiuterebbero nella sua controffensiva contro le truppe russe consentendo alle sue forze di colpire efficacemente le posizioni russe trincerate e di superare il suo svantaggio in termini di forza e artiglieria”.
Con ogni probabilità ne sapremo di più dopo il vertice Nato del prossimo 11 e 12 luglio, con l’appuntamento di Vilnius che con ogni probabilità sarà l’autentico spartiacque di questa guerra che ormai sta andando avanti da oltre sedici mesi.
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