Usa: NFP, la revisione delle precedenti rilevazioni induce cautela

Alessandro Venuti

1 Febbraio 2019 - 15:40

Come ogni primo venerdì del mese sono stati rilasciati i Non Farm Payrolss relativamente al mese di gennaio. Il dato superiore le attese si è cofronttanto però con un ridimensionamento dei dati precedenti

Usa: NFP, la revisione delle precedenti rilevazioni induce cautela

Come ogni primo venerdì del mese l’U.S. Bureau of Labor Statistics ha rilasciato il dato delle Non-Farm Payrolls relativamente al mese di gennaio. Dalla lettura sono emersi 304 mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli Usa, un dato ampiamente superiore rispetto alle stime degli analisti che si aspettavano una lettura ferma a 158 mila unità.

Il brillante dato di gennaio viene tuttavia ridimensionato dalla significativa revisione della rilevazione di dicembre. “Non è ancora ben chiaro l’effetto dovuto allo shutdown, pertanto anche i dati di gennaio potrebbero essere distorti”, afferma Vincenzo Longo, Market strategist per IG.

Infatti nonostante il dato sopra le attese il tasso di disoccupazione è salito al 4% dal 3,9% di dicembre, complice in parte il rialzo del tasso di partecipazione passato al 63,2%, massimi dal 2014; e in parte per lo shutdwon che ha coinvolto le attività governative per l’intero mese.

In particolare le revisioni dei mesi precedenti hanno visto il dato di novembre passare a 196 mila unità da 176 mila unità, mentre quello di dicembre è crollato a 222 mila unità dalle 312 mila unità. “Nel loro complesso le revisioni hanno ridotto di 70 mila posti di lavoro i dati dei due mesi precedenti. La crescita dei salari, sempre a gennaio è rimasta al 3,2% anno su anno”, afferma l’esperto di IG.

“Al di là di tutto, l’economia statunitense continua a rimanere forte. Per ora non emergono ancora segnali tangibili dovuti alla revisione al ribasso degli outlook di molte grandi aziende Usa, che potrebbero tradursi presto in licenziamenti”, sostiene Longo.

Il quadro potrebbe poi peggiorare nei prossimi mesi se le tensioni tra Cina e Usa sul fronte commerciale dovesse protrarsi ancora a lungo. La Federal Reserve, non dovrebbe modificare il suo piano di politica monetaria, almeno nel breve, posto che si andrà verso una pausa nel rialzo dei tassi almeno fino all’estate.

“Sui mercati, la pubblicazione dei dati si è tradotta con generale deprezzamento del biglietto verde, soprattutto verso euro. In rialzo anche i rendimenti sui Treasury, mentre i future sugli indici Usa sono tornati a salire dopo un’incertezza iniziale”, conclude l’esperto di IG.

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