I “centri primula” del piano vaccinale in Italia costeranno 1.300 euro al metro quadrato per un totale di 409 mila euro a padiglione. Dopo la pubblicazione del bando piovono critiche su costi, tempi e caratteristiche.
È polemica sui “centri primula”, i padiglioni in cui verranno somministrati i vaccini anti-Covid nella terza e nella quarta fase della campagna vaccinale nei prossimi mesi.
Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid, ha approvato il progetto dell’archistar Stefano Boeri, che ha realizzato i rendering dei nuovi centri vaccinali. Ha inoltre previsto alcune regole per la partecipazione delle aziende e altrettante possibilità per i cittadini di contribuire economicamente per la realizzazione delle strutture stesse.
Con la pubblicazione del bando per la realizzazione dei centri (contrassegnati dalla primula, fiore simbolo della campagna vaccinazioni), sono piovute critiche sui costi, tempi, caratteristiche e modalità di funzionamento di questi padiglioni.
Filiera degli Eventi Unita (Feu) è stata la prima a scendere in campo contro la realizzazione di questi impianti, che risulterebbero troppo costosi. Si parla di 21 Lotti di 315 metri quadrati ciascuno, con una struttura circolare. Per la loro realizzazione sono necessari almeno 30 giorni, a fronte di 8.599.500,00 di euro di fondi stanziati.
Inoltre, al bando potranno partecipare soltanto alcune aziende che rispettano determinati requisiti, oltre al fatto che ciascun cittadino potrà effettuare una donazione benefica per realizzare un padiglione con il simbolo della primula.
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Piano vaccini: quanto costano i “centri primula”
Ciascun padiglione costerà circa 409 mila euro (ovvero 1.300 euro per ciascun metro quadrato). Inizialmente verranno stanziati 8,6 milioni di euro, ma se verranno realizzati tutti i 1.200 padiglioni previsti nel bando si potrebbe arrivare a un totale di 490 milioni di euro.
Per fronteggiare tali costi il Governo ha pubblicato un “avviso per la ricerca di sostenitori economici per la realizzazione dei padiglioni temporanei destinati alla somministrazione dei vaccini contro il Sars-CoV-2”.
Coloro che effettueranno una donazione pari o superiore a 400 euro riceveranno una nota ufficiale di ringraziamento direttamente dal Commissario Domenico Arcuri, mentre per i cittadini o le aziende che finanzieranno la costruzione con una donazione da 400 mila euro, verrà dedicata una targa quadrata di 50 centimetri per lato “che sarà esposta permanentemente in luogo visibile all’interno o all’esterno della primula sponsorizzata”.
È polemica sui requisiti per partecipare al bando
Come detto, le aziende che intendono partecipare alla realizzazione dei padiglioni per la vaccinazione contro il Covid-19 dovranno rispettare determinati requisiti fissati nel bando. Dal momento in cui è stato pubblicato - il 20 gennaio scorso -, molte aziende hanno espresso la loro perplessità in merito alle caratteristiche dei padiglioni, ai tempi per la loro realizzazione e ai requisiti necessari per partecipare alla gara.
In particolare, le aziende che vorranno contribuire alla realizzazione dei centri primula dovranno poter dimostrare di “aver eseguito forniture analoghe nell’esercizio finanziario 2017-2019 almeno pari al valore di Euro 154.791.000,00”. Ciò significa che il bando apre alle aziende che hanno conseguito un fatturato di importi superiori ai 50 milioni di euro annui.
Infine, un ultima raccomandazione per i vincitori della gara è quella di assicurare un servizio di manutenzione degli impianti con un “ intervento garantito entro 30 minuti dalla segnalazione ”. Le richieste e le offerte si potranno inviare entro il 3 febbraio 2021.
Molte aziende hanno denunciato il fatto che la realizzazione di nuovi padiglioni dediti alla vaccinazione nella fase 3 e 4 siano uno spreco di denaro pubblico inutile, in quanto si potrebbero utilizzare edifici come palestre, teatri o ospedale, già sfruttati per le campagne di screening. Oltre al fatto che i suddetti requisiti sono troppo stringenti e non permettono l’accesso alla maggior parte delle aziende italiane.
La protesta di Feu
Il Presidente della Filiera degli Eventi Unita (Feu), Andrea Ciccotti, ritiene che il denaro investito nella realizzazione di questi padiglioni sia uno «spreco inaccettabile», precisando che si tratta di “costi esorbitanti per la realizzazione ex novo di strutture che finiranno poi chissà dove, quando le nostre aziende, totalmente ferme da marzo 2020 e senza ristori, si sono da sempre rese disponibili a sostenere con la propria professionalità e le proprie attrezzature già pronte ferme nei nostri magazzini a cifre assolutamente convenienti”.
Precisiamo che il piano iniziale prevedeva la realizzazione di 1.500 padiglioni, mentre nel bando ne figurano soltanto 21 (come ha voluto far notale l’associazione) da realizzare “nelle città capoluogo di regione e provincia autonoma”. Feu denuncia l’impossibilità di accedere al bando per moltissime imprese a causa dei requisiti troppo stringenti.
Infine, conclude Ciccotti, “la nostra associazione potrebbe fornire nello specifico: tensostrutture, allestimenti, service audio/video/luci, personale per eventi pubblici e fieristici (hostess & steward), agenzie di organizzazioni di eventi, trasporti e logistica in pratica, tutte le professionalità richieste da Arcuri, ma nessuno ci ha chiamato”.
Come funzionano i centri primula per i vaccini?
I centri primula previsti dal bando sono inizialmente 21 da realizzare nelle città capoluogo di regione e provincia autonoma, ma potrebbero gradualmente salire fino a un massimo di 1.200 strutture nella fase 3 e 4 del piano delle vaccinazioni.
I padiglioni avranno una struttura circolare, con un diametro di 20 metri e una superficie complessiva pari a 315 metri quadrati.
Ciascuna primula avrà al suo interno un punto accettazione e due sale, una d’attesa prima della vaccinazione e un’altra dove rimanere fino a 15 minuti dopo la somministrazione “per controllo su eventuali reazioni, secondo la normativa”. Inoltre, all’interno di ciascun padiglione verranno installati un bagno e un impianto di condizionamento dell’aria, oltre alla previsione di una connessione ad Internet e un impianto antintrusione.
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