Il vaiolo delle scimmie potrebbe allargarsi agli animali domestici. Per questo le linee guida del’Ecdc hanno specificato cosa fare in caso di positività, soprattutto nei roditori.
Il vaiolo delle scimmie ha già fatto. un salto di specie e potrebbe farne altri. Con questo annuncio le autorità sanitarie europee mettono le mani avanti sulle procedure di gestione degli animali domestici delle persone che rimangono contagiate dal virus Monkeypox. Al momento, è bene ricordarlo, le autorità scientifiche e mediche sono unanimi nel confermare che il vaiolo delle scimmie, per quanto preoccupante come qualsiasi virus in circolazione, non è a piede libero e che è molto meno pericoloso di come spesso viene raccontato sui giornali.
Contenere l’allarme non vuol dire far finta che il virus non esista, ma limitarsi all’analisi dei dati, senza supposizioni. Dopotutto, come già detto più volte in questa sede, di eventi epidemici del vaiolo delle scimmie ce ne sono stati anche in passato. L’unica grande differenza è che oggi, a distanza di due anni dall’inizio della pandemia di coronavirus, la popolazione mondiale è molto più sensibile al tema delle pandemie.
Anche nel caso degli animali domestici, dopo le notizie provenienti dalla Cina in lockdown dove alcuni animali che abitavano in famiglie positive al coronavirus sono stati abbattuti, la preoccupazione aumenta. Le linee guida del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) spiegano che l’attuale priorità è l’identificazione e l’isolamento di chi è entrato in contatto con i positivi al vaiolo delle scimmie e, al tempo stesso, simile cura deve essere utilizzata per mettere in quarantena gli animali da compagnia mammiferi. Nelle linee guida vengono segnalati i roditori come il gruppo più a rischio e per questo si arriva anche a parlare di eutanasia solo in caso di ultima risorsa.
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Più i casi aumentano più cresce il timore che il vaiolo delle scimmie possa diventare un nuovo coronavirus 2.0. Non è così, ma gli ultimi due anni di pandemia hanno reso tutti più sensibili alla paura di una nuova pandemia. Al momento sono circa 340 i casi riscontrati in tutto il mondo, con forme di infezione lieve e che, come hanno spiegato gli esperti, nel giro di poco tendono a sparire in autonomia.
Insomma, l’essere umano reagisce in genere bene alla presenza del virus, mentre potrebbe essere diverso per gli animali domestici con i quali condividiamo gli spari. Nelle note aggiornate dell’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie, gli animali domestici potrebbero essere a rischio e quindi andrebbero isolati in casa (messi in quarantena) o in strutture sanitarie in caso di positività del padrone.
Linee guida per gli animali positivi al vaiolo delle scimmie: cosa dice l’Ecdc
Al momento gli esperti non sono in grado di quantificare l’idoneità degli animali domestici al virus, ma in molti casi è bene agire prima di curare. Come nel caso dei roditori, il gruppo di animali che sembra essere più disposto al passaggio tra specie. Molto più pericolosa della diffusione tra gli esseri umani, che abbiamo detto dare effetti lievi, una diffusione tra la fauna potrebbe avere invece i numeri per rappresentare un’epidemia vera e propria.
Le linee guida dell’Ecdc richiedono un impegno da parte delle autorità sanitarie e veterinarie nell’identificazione, isolamento e tracciamento di tutti i contatti positivi, anche quelli non umani. In particolare “i roditori - si legge - dovranno essere isolati in strutture monitorate a norma e in condizioni di benessere per gli animali”. Inoltre è stato aggiunto un breve paragrafo sull’eutanasia degli animali (roditori) come l’ultima risorsa da applicare in caso di condizioni di isolamento non fattibili.
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