Uno dei maggiori fondi di investimento al mondo, Vanguard, ha appena comunicato il suo abbandono dell’iniziativa Net Zero Asset Managers (NZAM). «Non abbiamo altri obbiettivi che i rendimenti».
Forse sarà un caso, forse no, ma nello stesso giorno dagli USA arrivano due notizie importantissime e forse collegate: da una parte l’annuncio del primo esperimento con delta di energia positivo nella fusione nucleare, dall’altra il fondo Vanguard che annuncia la sua uscita dalla Net Zero Asset Managers (NZAM), un’iniziativa che vincola i fondi di investimento a scegliere solo progetti a impatto ambientale nullo o positivo e più in generale secondo i criteri ESG.
L’iniziativa NZAM era nata solo pochi mesi fa, a fine 2020, e i nodi non hanno impiegato molto per venire al pettine: gran parte delle aziende che possono offrire rendimenti difficilmente possono garantire il totale rispetto dell’ambiente, se non attraverso criteri di misurazione inadeguati (per non dire ridicoli) come la semplice «impronta Co2» (che, peraltro ha dato vita ai carbon credit che hanno spinto al rialzo il prezzo dell’energia ben prima della guerra in Ucraina).
E’ chiaro infatti che un processo industriale potrebbe tranquillamente al contempo essere a impatto zero sulla Co2 (attraverso produzione energetica green in compensazione o acquistando crediti sul mercato) ma al contempo disperdere nell’ambiente sostanze inquinanti di vario genere e i cui effetti negativi sono spesso più concreti e più immediati rispetto all’anidride carbonica. [...]
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