In Italia al momento sono in circolazione diverse varianti Covid: da JN.1 a XEC, vediamo quali sono le mutazioni del Sars-Cov-2 presenti in questo autunno 2024 e le più pericolose per gli esperti.
Varianti Covid 2024: la situazione epidemiologica in Italia è sempre sotto controllo, ma ora che siamo entrati in autunno gli esperti continuano a sottolineare che non si deve abbassare la guardia, invitando le fasce più a rischio della popolazione a vaccinarsi.
L’ultimo bollettino in Italia parla di 8.490 nuovi casi Covid nella settimana compresa tra il 12 e il 18 settembre, con i contagi che sarebbero in flessione rispetto ai sette giorni precedenti quando invece erano stati 9.670.
Purtroppo di Covid in Italia si continua a morire, con i decessi che sono stati 93 contro i 97 della settimana precedente. Essendo il virus diventato endemico, da quando è stata dichiarata terminata la pandemia stiamo convivendo con il Sars-Cov-2 nella speranza che non si ripresentino varianti particolarmente aggressive.
I più colpiti sono sempre gli over 80, fascia che rappresenta la quasi totalità delle ospedalizzazioni e dei decessi. L’occupazione dei posti letto in area medica comunque è inferiore al 3%, segno di come l’attuale situazione in Italia non sia particolarmente allarmante.
Ma cosa aspettarsi con la stagione invernale data la comparsa di nuove varianti Covid? Visti i sintomi non ci sarebbe una particolare preoccupazione, anche se l’invito della autorità competenti rivolto ai più fragili è sempre quello di vaccinarsi con il vaccino più aggiornato.
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Varianti Covid 2024: la situazione in Italia
La storia del Covid la conosciamo bene. Inizialmente il mondo intero è stato colto - colpevolmente - alla sprovvista, poi quando la situazione sembrava migliorare ecco che è arrivata la variante Delta a provocare una seconda ondata di contagi, ricoveri e purtroppo morti: a oggi il virus a livello globale ha causato oltre 7 milioni di decessi.
A “salvarci” poi è stata la variante Omicron, più contagiosa ma meno grave rispetto a Delta: divenuta presto predominante, grazie all’apporto dei vaccini ci ha consentito di superare la pandemia, con il Sars-Cov-2 che è diventato endemico.
Da allora è stato un susseguirsi di varianti e sottovarianti Covid, più o meno aggressive. Gli ultimi dati diffusi in Italia indicano una situazione in divenire, soprattutto in base a quello che sta avvenendo nel resto d’Europa.
L’attuale variante dominante in Italia è JN.1, ma presto la situazione potrebbe cambiare. Giusto per fare un esempio un anno fa a dilagare era la variante XBB, poi sostituita da JN.1 a sua volta discendente di BA.2.86: fortunatamente derivano tutte da Omicron.
Al momento in Italia circolano anche diverse sottovarianti di JN.1: KP.2, LB.1, KP.3 e KP.3.1.1. L’ultimo vaccino disponibile è stato aggiornato a queste varianti, ma nel Vecchio Continente presto potrebbe diventare dominate il sottolignaggio XEC.
“Dati preliminari relativi al mese di agosto 2024 (al 15/09/2024) evidenziano la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale - ha scritto l’Iss nel suo ultimo rapporto -. Tra queste, in crescita la proporzione di sequenziamenti attribuibili a KP.3.1.1, oggetto di monitoraggio internazionale (VUM). Sono stati inoltre identificati alcuni sequenziamenti riconducibili al sottolignaggio ricombinante denominato XEC già segnalato in alcuni Paesi europei”.
La variante XEC è stata scovata per la prima volta in Germania, diffondendosi poi rapidamente in altri dieci Paesi europei tra cui anche l’Italia. I sintomi sarebbero quelli classici delle ultime varianti Covid: tosse, raffreddore, febbre e perdita di appetito.
“Prevediamo che XEC abbia proprietà simili alle varianti attualmente in circolazione - ha fatto sapere con una nota l’Ecdc -, senza cambiamenti nella gravità dell’infezione o nell’efficacia del vaccino contro la malattia grave”.
Stando alle previsioni XEC presto potrebbe diventare la variante Covid dominante anche in Italia; questo però non dovrebbe peggiorare la situazione sanitaria a patto che si mantenga la massima attenzione per la fasce più a rischio della popolazione.
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