Il Ministero dell’Interno ha inviato una circolare alle province di Trento e Bolzano e alla Regione della Valle d’Aosta, dando di fatto l’ok all’abbattimento di una specie protetta
Via libera all’abbattimento dei lupi, se necessario. È quanto comunicato dal Viminale in una lettera ai prefetti delle province di Trento e Bolzano e al presidente della Regione Val D’Aosta. Ma per l’Enpa, Ente nazionale protezione animali, per il Wwf e, non ultimo, per il ministro dell’Ambiente Sergio Costa l’emergenza non c’è. Nella circolare del Ministero dell’Interno si legge che l’abbattimento del lupo, razza tutelata dalla legge n. 357 del 1997, dev’essere attuato soltanto “a condizione che sia stata verificata l’assenza di altre soluzioni praticabili”.
Per l’Ambiente non c’è allarme lupi
E pensare che, solo 10 giorni fa, il 2 aprile, il ministero dell’Ambiente varava il nuovo “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, che escludeva categoricamente la necessità di abbattimenti controllati. “Spesso si grida ‘al lupo, al lupo’ ma si tratta di ibridi o cani vaganti”, spiegava poco più di una settimana fa il ministro Costa. “Con questo Piano ribadiamo che non servono gli abbattimenti, am una strategia, che abbiamo delineato in 22 azioni”.
“Di recente”, dice invece oggi il Viminale, è stato registrato “un aumento della presenza” branchi di lupi vicini ad abitati che provoca “allarme nella popolazione ovvero causano importanti danni economici agli allevatori” attaccando gli animali “nelle zone di pascolo e ricovero”. Da qui, si legge nella circolare, nasce l’esigenza di “adottare interventi di carattere preventivo” per tutelare le “attività tradizionalmente legate alla montagna, all’agricoltura e alla zootecnica”.
Enpa, lupi non sono problema di ordine pubblico
La validità della verifica sull’assenza di soluzioni alternative all’abbattimento rimane però dubbia, soprattutto alla luce del fatto che i maggiori organismi di controllo del settore affermano che il fatto - l’allarme lupi - semplicemente non sussiste. A farlo notare è il Wwf, che si appella ai “criteri scientifici per classificare eventuali lupi problematici” stilati dagli esperti del Large Carnivore Initiative for Europe della IUCN (International Union for Conservation of Nature). “Sulla base di questi criteri, nessuna delle situazioni finora registrate in Italia è motivo di allarme”, spiegano gli animalisti.
L’Enpa sottolinea l’importanza e le solide basi scientifiche del Piano lupo varato dal Ministero dell’Ambiente. La presidente Carla Rocchi dichiara: “Il ministro dell’Interno dovrebbe spiegare quali criteri scientifici devono essere utilizzati per definire un lupo problematico o pericoloso visto che, tra l’altro, l’Italia non registra aggressioni da parte di lupi da almeno duecento anni”. Dati alla mano, l’Enpa ricorda che in Trentino, nel 2018, le predazioni sono state 65, per 76.500 euro di indennizzi. Insomma, nessun problema di ordine pubblico.
Al contrario, i lupi sono un “preziosissimo equilibratore biologico” perché, cacciando, limitano il proliferare degli altri animali selvatici. “Non c’è nessuna emergenza”, conclude Rocchi, “se non quella creata ad arte per guadagnare qualche voto in più alle prossime elezioni”.
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