Subentro o voltura, qual è la differenza?

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4 Giugno 2024 - 12:41

Voltura e subentro sono due procedure differenti che permettono di cambiare l’intestatario delle bollette: ecco come funzionano, costi, tempi e differenze.

Subentro o voltura, qual è la differenza?

Quando si parla di utenze e di bollette, si sentono spesso termini come “voltura” e “subentro” che, seppure simili, non vanno confusi tra loro. Sia la voltura che il subentro, infatti, hanno l’effetto di cambiare il nome del cliente che si avvale dell’utenza ma si applicano in situazioni diverse e, soprattutto, prevedono sostanziali differenze.

La voltura serve quando bisogna cambiare il nome dell’intestatario del contratto; il subentro, invece, quando si vuole attivare il contatore dopo un periodo più e meno lungo in cui era stato disattivato. Entrambi si riferiscono alla fornitura di energia elettrica, luce e gas.

Capire quale delle due procedure sia preferibile spesso non è agevole. Vediamo come funzionano, quanto costano, quale delle due è più conveniente e quali sono i tempi di attivazione.

Cosa significa voltura e come si fa

La voltura è un’operazione che consiste nel cambiare l’intestatario di un contratto di fornitura di servizi, come l’energia elettrica, il gas, o l’acqua, senza interrompere l’erogazione del servizio. Questo processo è necessario quando si verifica un cambiamento nella titolarità dell’immobile, come nel caso di un trasferimento di proprietà, una compravendita o un’eredità.

Quando si richiede una voltura, il nuovo intestatario assume i diritti e i doveri del contratto esistente, senza che ci sia bisogno di disattivare e riattivare il contatore. La voltura permette, quindi, di mantenere continuità nella fornitura del servizio. È un’operazione comune in ambito residenziale e commerciale, soprattutto quando si cambia casa o ufficio e si desidera evitare interruzioni nella fornitura di energia.

La procedura per la voltura varia leggermente a seconda del fornitore, ma, in generale, i passaggi principali includono:

  • richiesta di voltura al fornitore, che può essere fatta tramite call center, online, o presso gli sportelli fisici del fornitore;
  • presentazione della documentazione necessaria: di solito, sono richiesti documenti come il codice fiscale del nuovo intestatario, una copia del documento di identità, e, in alcuni casi, il codice POD (per l’energia elettrica) o PDR (per il gas) presente sulla bolletta del precedente intestatario (identificativo del contatore);
  • lettura del contatore;
  • pagamento dei costi di voltura, che possono variare a seconda del fornitore e del tipo di contratto. Le tariffe possono includere spese amministrative e una quota per la gestione della pratica.

Per poter andare in porto la procedura, solitamente il fornitore invia (o consegna a mano) un modulo che il nuovo cliente deve compilare e restituire firmato, congiuntamente alla fotocopia di un documento d’identità valido, come enunciato prima.

Se il nuovo intestatario vuole cambiare anche fornitore, il procedimento di voltura sarà gestito completamente dall’operatore incaricato, senza dover compilare alcun modulo.

Cosa significa subentro e come funziona la procedura

Il subentro, invece, è l’operazione che consente di riattivare un contatore che è stato precedentemente disattivato. Questo accade, ad esempio, quando un immobile è stato lasciato vuoto per un periodo e il precedente contratto di fornitura è stato chiuso.

A differenza della voltura, il subentro richiede la stipula di un nuovo contratto di fornitura con il fornitore e comporta la riattivazione del contatore. Questo processo è necessario quando si entra in un’abitazione o in un locale commerciale che non ha attiva la fornitura di energia elettrica, gas o acqua.

La procedura per il subentro è simile a quella della voltura. Bisogna contattare il fornitore prescelto, telefonicamente, via web o di persona allo sportello, compilare il modulo e restituirlo firmato insieme alla copia della carta d’identità. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un sopralluogo da parte di un tecnico per riattivare il contatore, soprattutto se è stato disattivato da molto tempo.

La differenza tra voltura e subentro

La differenza tra voltura e subentro potrebbe sembrare scontata, ma non lo è affatto. Entrambe permettono di cambiare il nome dell’intestatario dell’utenza ma dipendono dallo stato del contatore.

La principale differenza tra voltura e subentro riguarda lo stato del contatore e del contratto di fornitura. La voltura implica un semplice cambio di intestatario su un contratto esistente, mantenendo attiva la fornitura senza interruzioni. Il subentro, invece, comporta la riattivazione di un contatore e la stipula di un nuovo contratto, poiché il precedente è stato chiuso e la fornitura è stata interrotta.

In sintesi, bisogna procedere alla voltura quando il contatore, e quindi il contratto di fornitura, è attivo e non è mai stato interrotto, ma si vuole o si deve semplicemente sostituire l’intestatario. Questa soluzione in genere serve quando si subentra in un contratto di affitto e si vuole sostituire il nome del vecchio inquilino nei contratti di luce e gas. Con la voltura è sempre possibile cambiare fornitore o modificare la tariffa vigente con una più vantaggiosa.

Si parla di subentro invece quando il contratto di fornitura è stato chiuso e il contatore non è più attivo; per esempio questo accade quando ci si trasferisce in un immobile che è stato disabitato per molto tempo. Anche in questo caso non vi è alcun vincolo con il contratto precedente e si potranno modificare fornitori e tariffe.

Quanto costa una voltura o un subentro?

Per conoscere con precisione i costi di voltura e subentro bisogna considerare di quale contratto ci si vuole avvalere, se un contratto di maggior tutela oppure di un contratto sul libero mercato.

I costi di voltura e subentro per il contratto di maggior tutela sono stabiliti dall’Autorità e sono i seguenti:

  • 26,13 € per oneri amministrativi;
  • 23 € di contributo fisso;
  • 16 € per l’imposta di bollo.
    A questi costi deve essere aggiunta l’IVA al 22%.

A discrezione del fornitore, potrebbe essere richiesto anche un deposito cauzionale o un corrispettivo maggiore se, in occasione della voltura o del subentro, si opta per un aumento della potenza del contratto di fornitura.

Mentre nel regime del mercato libero i prezzi per subentro e voltura sono i seguenti:

  • 26,13 € di contributo fisso per oneri amministrativi;
  • quota di servizio variabile da fornitore a fornitore (tra i 20 e i 60 euro)

L’imposta di bollo e il deposito cauzionale sono rimessi alla discrezionalità del fornitore. Prima di firmare il contratto è buona norma chiedere spiegazioni agli operatori o leggere attentamente le regole dell’utenza per individuare con precisione quali sono i costi applicati.

Quanto tempo ci vuole?

La tempistica è diversa visto che in un caso è necessario attivare nuovamente il contatore e nell’altro no.

In genere per la voltura occorrono circa 5 giorni lavorativi. Il subentro invece richiede qualche giorno in più: di solito 7 giorni lavorativi per la luce e 12 per il gas.

In caso di ritardo non dovuto a tua colpa ma imputabile al fornitore, si può chiedere un indennizzo che varia in base ai giorni effettivi di ritardo.

Che fare se l’intestatario precedente non ha pagato le bollette?

In questo caso si può stare tranquilli. Sia quando viene effettuata la voltura che il subentro, il nuovo intestatario non è tenuto a pagare le bollette arretrate.

Potrebbe accadere che il nuovo fornitore chieda di presentare un documento scritto in cui il nuovo cliente si dichiara estraneo alle morosità del vecchio intestatario, così da essere esonerato da ogni responsabilità.

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