Biden potrebbe contare sull’appoggio di Wall Street e della grandi banche per una maggiore regolamentazione finanziaria. Ora l’obiettivo comune è combattere le Big Tech.
Joe Biden potrebbe trovare un nuovo sorprendente alleato nella battaglia sulla regolamentazione dei mercati finanziari annunciata nel suo programma politico.
Come viene riportato da diversi analisti, i lobbisti di Wall Street e i vertici delle grandi banche americane vedono questa eventuale stretta non più come una minaccia per i loro affari, ma, se indirizzata in una certa maniera, come la possibilità di neutralizzare lo strapotere economico conquistato dalle compagnie Big Tech negli ultimi anni.
Gli istituti di credito stanno quindi cercando di persuadere il nuovo Governo a togliere anche ai colossi tecnologici, come Facebook e Google, oltre che alle nuove società del fintech, l’autorizzazione a offrire servizi bancari senza essere soggetti alla regolamentazione prevista per il comparto.
Questi attori vedono in Biden un potenziale protagonista della lotta allo shadow banking, per cui sarebbero pronti a rinunciare ad alcuni vantaggi in cambio dell’opportunità di spazzare via dal settore la concorrenza digitale.
Wall Street-Biden: alleanza contro le Big Tech?
Una regolamentazione più severa, metterebbe le banche tradizionali in una posizione di vantaggio rispetto ai competitor del tech, avendo i primi un’esperienza maggiore nel far fronte a norme più stringenti.
I dirigenti finanziari possono contare anche su una mutata percezione nei loro confronti, che si è affermata negli ultimi mesi. Infatti, durante la pandemia da Covid-19 molti di questi hanno garantito ai cittadini prestiti a basso costo, permettendogli di riuscire a gestire i danni derivanti dalla crisi economica.
Nello stesso periodo, al contrario, Google, Apple, Facebook, Amazon, solo per citare le più importanti, hanno registrato un aumento impressionante del proprio fatturato e del capitale personale dei loro fondatori, rendendoli invisi alla maggioranza della popolazione mondiale.
Le banche possono quindi approfittare della sostituzione che vede le Big Tech come principali bersagli dell’opinione pubblica e della classe politica nella retorica anti-business.
Le grandi banche contro fintech e colossi del web
Biden, a sua volta, potrà trovarsi in una posizione di vantaggio rispetto ai suoi predecessori, tra cui Obama di cui era vice, che hanno provato ad attivare misure restrittive verso il mondo della finanza, potendo contare sull’appoggio di una buona parte dei diretti interessati e non solo sull’elettorato democratico.
Il 46° presidente degli Stati Uniti ha già nominato i responsabili delle agenzie di regolamentazione, ma manca ancora la scelta per quanto riguarda il prossimo numero 1 dell’Office of the Comptroller of the Currency, l’Agenzia federale che si occupa di vigilare sul comparto bancario.
L’obiettivo delle banche è quello di interrompere definitivamente il progetto portato avanti dall’ormai ex direttore dell’OCC Brian Brooks, che prevedeva la creazione di una carta semplificata messa a disposizione consumatori dalle fintech e dalle altre compagnie che non accettano depositi tradizionali.
Uno strumento che, sempre secondo i grandi gruppi del credito, non è in grado di garantire una sufficiente protezione ai consumatori statunitensi, oltre a mettere a rischio la stabilità finanziaria del Paese.
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