Wall Street, crollo supera trauma Lehman. Dazi Trump, JPMorgan shock: “There will be Blood”

Laura Naka Antonelli

06/04/2025

Wall Street riparte dopo crollo storico delle ultime due sessioni, scatenato dall’annuncio dei dazi di Trump. Lo scenario da incubo di JPMorgan.

Wall Street, crollo supera trauma Lehman. Dazi Trump, JPMorgan shock: “There will be Blood”

Grande attesa per la riapertura di Wall Street della giornata di domani, lunedì 7 aprile 2025, dopo il massacro storico che ha colpito i principali indici azionari USA nella sessioni di giovedì e venerdì scorso, a seguito dello schiaffo dei dazi contro tutto il mondo annunciato in pompa magna dal presidente americano Donald Trump.

Inarrestabile l’emorragia che ha colpito l’azionario globale che, stando a quanto riportato dall’esperto dei mercati Holger Zschaepitz dal suo account su X @Schuldensuehner, ha assistito a un crollo della sua capitalizzazione di $8,2 trilioni, più di quanto perso nella peggiore settimana della crisi finanziaria esplosa nel 2008, scatenata dal crac di Lehman Brothers.

Una vera e propria emorragia che ha già portato i mercati a prezzare nuovi scenari sui tagli dei tassi che saranno varati quest’anno sia dalla Federal Reserve di Jerome Powell che dalla BCE di Christine Lagarde.

I numeri di Wall Street che gridano al disastro dazi Trump

Guardando soltanto a Wall Street, i numeri urlano il disastro andato in scena la scorsa settimana.

Dopo essere affondato di più di 1.600 punti nel Day After l’annuncio dei dazi da parte di Donald Trump, il Dow Jones Industrial Average è collassato nella seduta di venerdì scorso 4 aprile 2025 di 2.231,07 punti, o del 5,5%, capitolando a quota 38.314,86 punti.

Quello sofferto venerdì è stato il tonfo più forte accusato dall’indice delle blue chip dal giugno 2020, durante la pandemia Covid-19 esplosa nel marzo di quell’anno.

Non solo: è stata la prima volta nella storia che il Dow Jones ha perso più di 1.500 punti in due sedute consecutive.

Il listino benchmark di Wall Street, ergo lo S&P 500, è precipitato venerdì scorso del 5,97%, scivolando a quota 5.074,08, così facendo riportando la perdita peggiore dal marzo del 2020, dopo essere già crollato del 4,84% alla vigilia.

Risultato: l’indice è vicino a finire in una situazione di mercato orso, in quanto oscilla al momento a un livello che è inferiore di oltre il 17% rispetto ai suoi recenti massimi.

Ad andare a picco anche il Nasdaq Composite, dove sono quotate diverse aziende che producono e vendono in Cina.

Il trend di venerdì scorso è stato di una caduta del 5,8%, successiva al tonfo di quasi il 6% delle contrattazioni di giovedì, che ha fatto crollare l’indice tecnologico a 15.587,79 punti, valore inferiore del 22% rispetto al record di dicembre.

In poche parole, il Nasdaq è scivolato nella condizione di mercato orso, bear market.

Wall Street ha prezzato nei due giorni terribili il timore per l’arrivo di una recessione scatenata dai dazi imposti da Trump contro più di 180 economie del pianeta. Paura che ha mandato in tilt i mercati.

JPMorgan su dazi Trump e recessione, “There will be Blood”

Gli allarmi, la scorsa settimana e in queste ore, sono diventati la norma. Tra gli SOS più imponenti che sono stati lanciati, sicuramente quello targato dalla divisione di ricerca di JPMorgan, che ha riassunto il suo outlook in un report il cui titolo è a dir poco esplicativo: “There will be Blood.

La paura ha attanagliato lo stesso gigante di Wall Street, che ora intravede una probabilità di recessione per gli Stati Uniti pari al 60%, in deciso rialzo rispetto al 40% atteso appena tre settimane fa.

Nell’analisi che porta la firma del capo economista di JPMorgan Bruce Kasman, si legge che “l’effetto di questi dazi (come scritto nel rapporto di ’aumenti delle tasse’ ) sarà probabilmente enfatizzato dalle ritorsioni (dei Paesi colpiti, dunque, in sostanza, dalla guerra commerciale, come è già emerso dalla reazione pronta della Cina), dal crollo della fiducia delle imprese e dalle interruzioni delle catene di approviggionamento ”.

Proprio “le politiche USA destabilizzati sono considerate alla stregua del rischio più grande che incombe sull’outlook globale per tutto l’anno ” 2025, si legge ancora nella nota.

Non solo: gli economisti di JPMorgan hanno scritto di prevedere che l’aumento dei dazi da parte di Trump costerà alle famiglie americane 700 miliardi di dollari, al massimo dagli effetti che vennero provocati dalla legge USA Revenue Act del 1968 di Lyndon B. Johnson, promulgata per finanziare la guerra degli Stati Uniti contro il Vietnam.

Tutto questo, mentre Wall Street ha sofferto giovedì scorso 3 aprile 2025 la peggiore seduta dall’arrivo del Covid di cinque anni fa, assistendo a un crollo della sua capitalizzazione di ben 3 trilioni di dollari. E mentre tutto il mondo è con il fiato sospeso, in attesa di capire come aprirà domani la borsa USA.

Ancora prima, segnali evidenti del sentiment di mercato arriveranno dalle borse asiatiche, da Piazza Affari e dalle borse europee e dall’andamento dei futures sui principali listini azionari USA.

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