La puntura della zanzara è causa di fastidi e pruriti ma in alcuni soggetti può causare addirittura una reazione allergica. Ecco cos’è la sindrome di Skeeter, quali sono i sintomi e come curarla.
Con la bella stagione, purtroppo, non torna solo il caldo ma anche il fastidioso ronzio delle zanzare e non c’è spray o zampirone che riesca a tenerle lontano. E sicuramente tutti conoscono - purtroppo - i fastidiosi effetti di una puntura di zanzara: pomfi pruriginosi per giorni.
Ciò accade perché al momento della “puntura” uno dei 6 aghi della zanzara che compone quello che all’apparenza sembra essere un solo “ago” si occupa di iniettare la saliva nel nostro sangue - mentre altri 2 seghettano la pelle, altri 2 fungono da divaricatori e l’ultimo si occupa del prelievo di sangue. Saliva che non solo ha effetto anestetizzante per non farci accorgere della puntura, ma ha anche un effetto anticoagulante e irritante per aumentare il flusso sanguigno
E se la puntura di zanzara risulta essere fastidiosa per ogni persona, alcune purtroppo hanno delle vere e proprie reazioni allergiche, come chi soffre della sindrome di Skeeter, una reazione infiammatoria piuttosto rara. Ecco cos’è, come riconoscerla e quali sono i rimedi.
Zanzare, attenzione alla sindrome di Skeeter: cos’è
La sindrome di Skeeter è una delle numerose forme di risposta allergica alle punture di zanzara e consiste in una reazione infiammatoria relativamente rara al morso di questo insetto. La sindrome di Skeeter è causata da polipeptidi allergenici presenti nella saliva delle zanzare.
Con la sindrome di Skeeter, al momento della puntura, il corpo interpreta erroneamente le proteine presenti nella saliva come dannose e il sistema immunitario risponde innescando una reazione allergica. Questa sindrome può avere un grande impatto sulla capacità delle persone di godersi la vita all’aria aperta.
Quali sono i sintomi della sindrome di Skeeter?
Se è vero che ogni persona punta da una zanzara presenta prurito e gonfiore, la reazione che hanno le persone affette dalla sindrome di Skeeter è maggiore e a volte un solo morso di zanzara può causare il gonfiore di tutto un arto.
Se quando si è punti da una zanzara gli unici sintomi riscontrabili sono gonfiore immediato o ritardato e prurito locale probabilmente non si è allergici alle zanzare. La sindrome si Skeeter comporta una vera e propria reazione allergica alla saliva della zanzara e si manifesta con:
- Gonfiore esteso;
- Rossore o altri cambiamenti nel colore della pelle;
- Cambiamenti nella struttura o nella temperatura della pelle, come durezza o calore nel sito della puntura;
- Febbre bassa;
- Linfonodi ingrossati;
- Prurito;
- Dolore o indolenzimento.
Se questi sono i sintomi più comuni delle reazioni allergiche, in rarissimi casi alcuni soggetti possono andare incontro ad anafilassi - il tipo più grave di reazione allergica che richiede cure mediche immediate. I sintomi dell’anafilassi dopo una puntura di zanzara possono includere:
- Difficoltà respiratorie;
- Gonfiore del cavo orale (lingua, labbra o gola);
- Orticaria;
- Sensazione di svenimento.
Sindrome di Skeeter, quali sono i rimedi alla reazione allergica?
I rimedi per la reazione allergica al morso di zanzara sono diversi. Il trattamento per la sindrome di Skeeter - eccetto i casi più gravi - si concentra sulla gestione dei fastidiosi sintomi. Ecco, quindi, che una persona con tale sindrome deve sempre portare con sé:
- Corticosteroidi topici, come crema all’idrocortisone;
- Antistaminici orali;
- Prodotti anestetici e lenitivi dopo-puntura.
Inoltre, la persona deve assicurarsi di applicare del ghiaccio per ridurre gonfiore, arrossamento e lenire il prurito ed elevare la parte interessata per ridurre il gonfiore.
Nei casi gravi di sindrome di Skeeter, le persone possono trarre beneficio dall’immunoterapia, cioè un trattamento di desensibilizzazione nei confronti dello specifico allergene, esponendo i soggetti a minime dosi, aumentando man mano le quantità nell’arco di 3-6 mesi. di solito nel corso di 3-6 mesi. La successiva fase di mantenimento consiste nell’assumere una dose di preparato, per almeno 3-5 anni consecutivi.
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