Tempo, rischio, spese e rendimento possono fare il bello e il cattivo tempo di un investimento, anche nel campo del reddito fisso
Coniugare un discreto rendimento con un rischio di mercato contenuto oggi non è una mission impossible. Certo, non bisogna cullare aspettative di ritorni stellari a doppia cifra nel giro di poco tempo, ma (discreti) guadagni in doppia cifra a medio termine, sì.
Vediamo ad esempio 2 BTP alternativi per investire in titoli di Stato a 5 anni e quotazioni sotto e sopra cento.
Meglio investire in titoli di Stato a medio o lungo termine?
Con i rendimenti sovrani ancora in grande spolvero ci si chiede perché esporsi inutilmente ai rischi tipici dei titoli con notevole vita residua. Quest’ultimi in genere soffrono di un’elevata duration modificata e spesso non hanno una cedola congrua al complesso delle minacce a cui espongono l’investitore. In altri termini, è sempre conveniente scegliere un titolo volatile sul mercato secondario solo per spuntare un decimale di punto frazionario in più? Tutto dipende.
Può esserlo se ad esempio si sceglie il giusto timing di ingresso in un trade. Oppure se si è sicuri (molto o in toto) di portare a termine l’investimento o si possiede un’elevata propensione al rischio. Non per forza bisogna essere dei trader in bond, ma bisogna comunque essere pronti a sopportare gli inevitabili saliscendi dei corsi sul MOT.
Se invece predomina la componente serenità, allora sarebbe meglio optare per le medie scadenze. Anche qui le turbolenze dei mercati si scaricheranno sui corsi, ma saranno meno impattanti rispetto ai titoli di cui sopra. Detto in termini tecnici, hanno una minore (o trascurabile) duration modificata.
Investire a 5 anni su un titolo a cedola ricca
Prendiamo un orizzonte temporale di 5 anni sul reddito fisso e nello specifico i titoli del Tesoro: quanto rendono oggi i BTP su simili timeframe?
Tra aprile e giugno del 2030 giungeranno a scadenza due BTP con cedole nominali e percorsi di vita differenti. Vediamoli meglio.
L’obbligazione con codice ISIN IT0005542797 ha data scadenza 15 giugno 2030 e una durata residua di 5,22. Il payout è del tipo a tasso fisso e costante con periodicità semestrale, le cui date di stacco sono il 15/6 e il 15/12 fino a naturale scadenza. La cedola nominale annua è del 3,70% (1,85% semestrale), che passa al 3,2375% (1,61875%) al netto della ritenuta fiscale del 12,50% sugli interessi.
Ieri tuttavia il titolo ha chiuso la seduta a 102,96 (credito d’imposta: 0,36%), per cui il rendimento effettivo a scadenza è inferiore al nominale. Nello specifico, è del 3,10% il lordo e del 2,68% il netto, per un rendimento lordo complessivo di poco oltre il 16% (in 5 anni).
2 BTP alternativi per investire in titoli di Stato a 5 anni e quotazioni sotto e sopra cento
Il BTP con matricola IT0005383309 scade sempre nel 2030 ma con 75 giorni di anticipo rispetto al titolo precedente (data rimborso: 1° aprile). Tuttavia, a colpire di più è la minore cedola nominale annua pari “solo” all’1,35%. Al netto delle tasse si arriva all’1,181% circa, lo 0,6% scarso netto semestrale (0,675% lordo).
Pertanto, come per molti altri titoli similari, nel tempo il mercato ne ha adeguato il ritorno vendendo il bond sul mercato secondario (MOT). Al prezzo di chiusura di ieri a 92,54 c’è che il rendimento effettivo lordo a scadenza è del 2,98%, e un guadagno complessivo lordo da qui al 2030 (anni residui: 5,02) del 15% circa.
I due BTP hanno durate residue grosso modo similari e quasi stesse duration modificate.
Quella del BTP 15/06/’30 è del 4,62, mentre è del 4,69 per il BTP Tf 1,35% Ap30 (dati: Borsa Italiana). A variare sono invece i flussi periodici semestrali, più ricchi in un caso e più esigui nell’altro. Tuttavia, nel primo caso c’è una minusvalenza finale da mettere in conto (il rimborso a 100 e non a quasi 103), mentre nel secondo caso vanno invertite le considerazioni.
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