Avere più di una Certificazione Unica potrebbe essere un grosso problema perché fa correre il rischio di dover pagare imposte altissime a conguaglio.
Il 730 con doppia Cu può essere un problema per chi non ha agito per tempo: potrebbe significare di dover pagare l’Irpef a conguaglio nella dichiarazione dei redditi. Gli importi richiesti, a volte, possono essere anche molto salati.
Chi è a rischio? Chi nel corso dell’anno 2023 si è visto costretto a cambiare lavoro, ad avere un doppio lavoro, a percepire la Naspi per una parte dell’anno e lavorare per l’altra. Queste appena elencate sono tutte situazione che portano il lavoratore a trovarsi con un doppio sostituto d’imposta che l’anno successivo, a marzo, rilascerà una Certificazione Unica. Ma non è solo questo che accade. Perché il rischio più grande che corre chi ha più di un sostituto d’imposta nel corso dell’anno è quello di trovarsi nella spiacevole condizione di dover pagare cifre salatissime a conguaglio nel 730.
Perché accade questo? Ogni sostituto d’imposta applica l’Irpef solo per i guadagni che conosce, ovvero per quelli che il lavoratore percepisce presso di lui. Ma il cumulo dei guadagni potrebbe portare il lavoratore in due situazioni che possono costargli care: superare il limite della no tax area o scivolare nello scaglione di reddito successivo con applicazione di una aliquota Irpef più alta.
L’Irpef è una imposta progressiva
L’Iperf è una imposta progressiva, l’aliquota applicata al reddito prodotto sale al salire del reddito. Per i lavoratori dipendenti è applicata direttamente in busta paga dal datore di lavoro (il sostituto d’imposta) e sostanzialmente non dovrebbero trovare brutte sorprese in sede di 730, poiché si ritroveranno con l’intera Irpef già pagata e al limite potranno andare a rimborso grazie alle spese portare in detrazione.
Va ricordato, però, che un datore di lavoro applica l’Irpef sui redditi che conosce, ovvero sullo stipendio che il lavoratore percepisce presso la sua azienda. Se quello stesso lavoratore ha un altro impiego, ha avuto un altro lavoro prima, ha percepito la Naspi, il datore di lavoro che applica la tassazione in busta paga non lo sa.
E quello che accade è che, magari, a conguaglio, lo scaglione di reddito cambia e l’Irpef pagata non è quella dell’aliquota in cui si ricade. Da qui i salassi che spesso investono coloro che si trovano ad avere una doppia o tripla CU.
730 e doppia Cu, come evitare il salasso del debito a conguaglio
Si tratta, però, di una situazione che può essere facilmente evitata. Ovviamente sul 2023 (per il quale si presenta dichiarazione dei redditi nel 2024) non è possibile rimediare. Per chi ha avuto un doppio lavoro o una doppia CU riferita al 2023, il danno è fatto e l’unica soluzione è quella di pagare il debito che, eventualmente, deriverà dal conguaglio del 730.
Per gli anni a venire, però, si può fare in modo di evitare il debito nel 730 pagando la giusta tassazione durante l’anno, mese per mese, per fare in modo che pesi anche meno. Per farlo bisogna comunicare a uno dei sostituti di imposta di applicare una tassazione maggiore perché si hanno altri redditi (si ha la possibilità di indicare anche il reddito annuo presunto che si potrebbe raggiungere).
La comunicazione al datore di lavoro può essere fatta con il foglio delle detrazioni che annualmente si presenta al sostituto di imposta. In esso si può scegliere anche la tassazione da applicare in busta paga e, come indicato sopra, scegliere la tassazione in base al reddito totale presunto che si andrà a percepire. In questo modo al momento del conguaglio del 730 non si avranno amare sorprese e non si dovrà pagare un debito Irpef.
© RIPRODUZIONE RISERVATA