Spostamenti a Natale sempre consentiti per raggiungere “l’abitazione”: che significa, qual è e cosa dicono le indicazioni del governo.
Può tornare a casa a Natale e Capodanno soltanto chi si sposta verso il luogo in cui ha “residenza, domicilio o abitazione”, recita il DPCM in vigore dal 3 dicembre. Ma il termine “abitazione” può far nascere alcuni dubbi: che significa e qual è?
Scopriamolo in questo articolo.
Abitazione: la definizione del governo
Capire il significato di abitazione è fondamentale, soprattutto in prossimità delle feste natalizie. Il governo, infatti, prevedere il rientro presso l’abitazione tra le poche ipotesi nelle quali sono sempre consentiti gli spostamenti tra comuni e regioni. Ecco la definizione pubblicata sul sito della presidenza del Consiglio:
Il concetto di abitazione non ha una precisa definizione tecnico-giuridica. Ai fini dell’applicazione del dpcm, dunque, l’abitazione va individuata come il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità (quindi per periodi continuati, anche se limitati, durante l’anno) o con abituale periodicità e frequenza (per esempio in alcuni giorni della settimana per motivi di lavoro, di studio o per altre esigenze), tuttavia sempre con esclusione delle seconde case utilizzate per le vacanze.
Per fare un ulteriore esempio, le persone che per motivi di lavoro vivono in un luogo diverso da quello del proprio coniuge o partner, ma che si riuniscono ad esso con regolare frequenza e periodicità nella stessa abitazione, potranno spostarsi per ricongiungersi per il periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 nella stessa abitazione in cui sono soliti ritrovarsi.
Abitazione, qual è il significato giuridico
Il significato giuridico del termine è piuttosto scarno. Per abitazione si intende l’edificio, la costruzione o il locale dove un soggetto vive e quindi trascorre la maggior parte del suo tempo. In poche parole, essa è il luogo in cui si trova un immobile ad uso abitativo nel quale un soggetto e la sua famiglia soddisfano i bisogni personali, quindi vivono.
Ecco qualche riferimento giuridico che può aiutare a comprenderne significato e valore.
In ambito di diritto civile, il termine “abitazione” si usa quando si parla di successione dell’immobile al coniuge superstite, il quale ha diritto di continuare ad abitare la casa “limitatamente ai bisogni suoi o della famiglia” (ex articolo 1022 del Codice civile).
Oppure - stavolta in materia di diritto tributario - l’articolo 15 del Dpr 917/1986 indica come “abitazione principale” il luogo in cui il contribuente vive abitualmente e dove si concretano gli affetti personali.
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Abitazione principale, cos’è e definizione
Quando parliamo di “abitazione principale” intendiamo il luogo in cui un soggetto ha la residenza o la dimora abituale. L’abitazione principale si connota per tre caratteristiche:
- possesso/proprietà oppure usufrutto, diritto di abitazione o altro diritto;
- residenza anagrafica;
- dimora abituale.
Per comprendere meglio il concetto può venire in aiuto la definizione dell’articolo 15 del TUIR che, anche se in ambito di contributi, si sbilancia sulla definizione del termine:
“Per abitazione principale si intende quella nella quale il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente. La detrazione spetta non oltre il periodo d’imposta nel corso del quale e’ variata la dimora abituale; non si tiene conto delle variazioni dipendenti da trasferimenti per motivi di lavoro. Non si tiene conto, altresì, delle variazioni dipendenti da ricoveri permanenti in istituti di ricovero o sanitari, a condizione che l’unita’ immobiliare non risulti locata.”
Prima casa e abitazione principale non sempre coincidono: un immobile può essere prima casa senza essere abitazione principale o abitazione principale ma non luogo della residenza.
Abitazione: la definizione catastale
Del termine “abitazione” è possibile dare anche una definizione di tipo catastale. Nel linguaggio tecnico del catasto, per abitazione si intende l’unità immobiliare urbana regolarmente censita e inserita nella categoria catastale A (dei fabbricati).
Dal punto di vista catastale, l’abitazione deve possedere un requisito imprescindibile: la presenza di un vano destinato alla cucina.
Le abitazioni vengono classificate in base a diversi criteri: la superficie, le finiture, gli accessori, e altri ancora; questi elementi consentono di dividere le abitazioni di signorili, popolari, rurali, e altre tipologie rilevanti ai fini fiscali.
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