Ecco i veri numeri del tracollo degli investimenti pubblici in Italia, quanto si dovrebbe stanziare per la sicurezza idrogeologica e l’insignificanza del PNRR.
In questi giorni drammatici per tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna, in cui il bilancio delle vittime, dei dispersi e dei danni si aggiorna di ora in ora a causa di alluvioni ed esondazioni, si riaffaccia, come ciclicamente accade, sulla bocca di politici e commentatori il tema del dissesto idrogeologico.
Ma nel più classico degli scaricabarili tra partiti ed enti governativi e tra le promesse solenni di fantomatiche rivoluzioni sugli investimenti necessari, ciò che manca nel dibattito sono i dati, i numeri del disastro economico che ha prosciugato il settore, non retoricamente, vitale, della sicurezza idraulica.
Per fare un bilancio di ciò che (non) è stato fatto negli ultimi decenni per prevenire questi eventi catastrofici che, ricordiamolo, interessano un Paese che secondo i dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha ben il 5,4% del territorio alta probabilità di allagamento ed il 14% con probabilità bassa, si può partire dall’analisi degli investimenti pubblici. [...]
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