Negli Stati Uniti un gruppo di senatori e deputati democratici ha proposto di introdurre una nuova tassa patrimoniale per ridurre le diseguaglianze economiche nel paese.
Ieri, negli Stati Uniti, una fronda di senatori e deputati democratici – tra cui Bernie Sanders, sfidante di Hillary Clinton e Joe Biden alle ultime due primarie del partito – ha proposto di introdurre nel paese una nuova tassa patrimoniale, l’Ultra-Millionaire Tax Act.
In caso di approvazione, ai patrimoni netti da oltre 50 milioni di dollari verrebbe applicata una aliquota del 2%, con la possibilità di una sovrattassa dell’1% se il complesso dei beni mobili e immobili dovesse superare il miliardo di dollari.
Una nuova patrimoniale negli Stati Uniti
La proposta del Partito Democratico risponde alla necessità di redistribuire la ricchezza nel paese, dopo gli allarmi lanciati dall’FMI nel 2019 e – soprattutto - dal rapporto Oxford 2021, che ha sottolineato come la pandemia abbia persino allargato le diseguaglianze economiche tra le varie classi sociali statunitensi.
Il disegno di legge, che prevede una doppia aliquota in base al volume del patrimonio, sopra i 50 milioni di dollari o al miliardo, verrà ora discusso nelle due ali del Congresso statunitense, ma visto il generale favore dei paperoni d’America – da tempo Bill Gates e Warren Buffett caldeggiano un intervento redistributivo di Washington – la strada per il semaforo verde potrebbe essere spianata, sebbene rimangano dei dubbi circa la costituzionalità della super tassa.
Secondo le stime dei proponenti, la nuova patrimoniale potrebbe portare nelle casse statali fino a 3.000 miliardi di dollari nell’arco di dieci anni, destinati principalmente all’assistenza dei minori, all’istruzione e all’energia pulita. Per scongiurare il rischio evasione, che di fatto ha spento interventi simili in Europa, il Partito Democratico ha proposto anche di destinare 100 miliardi di dollari all’Internal Revenue Service, l’agenzia governativa preposta alla riscossione dei tributi negli Stati Uniti.
Quanto pagheranno i super ricchi?
Se il disegno di legge dovesse passare indenne la prova del Congresso, l’aliquota dell’1% sui patrimoni superiori al miliardo di dollari andrebbe a colpire alcuni dei nomi più in vista della Silicon Valley, peraltro favoriti da ormai dodici mesi di stay-at-home-economy.
Tra questi Jeff Bezos, numero uno di Amazon e al primo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, che si ritroverebbe a pagare – secondo i dati sul suo patrimonio aggiornati al 2020 – una tassa da 5,7 miliardi di dollari, ma anche il tycoon Elon Musk, 4,6 miliardi, il fondatore di Microsoft Bill Gates, 3,6 miliardi, e il re dei social Mark Zuckerberg, 3 miliardi.
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