AstraZeneca: in Italia uso preferenziale per gli over 60

Marco Ciotola

07/04/2021

L’Italia fornisce una raccomandazione di uso preferenziale per gli over 60 rispetto al vaccino AstraZeneca

AstraZeneca: in Italia uso preferenziale per gli over 60

L’Italia fornisce una raccomandazione di uso preferenziale per gli over 60 del vaccino AstraZeneca. Lo ha chiarito il ministero della Salute, nel corso della conferenza stampa serale di scena solo fino a qualche istante fa.

È stato in primis Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, a precisare che gli episodi trombotici restano comunque eventi molto rari, e che il nesso di causalità non è dimostrato definitivamente, ma è solo stato definito plausibile.

Tuttavia - ha spiegato - queste reazioni si sono mostrate “superiori all’atteso” in soggetti di sesso femminile e sotto i 60 anni di età.
Pertanto, l’elevato tasso di letalità del coronavirus ha portato verso una raccomandazione di uso preferenziale in Italia e altrove:

“Considerando i dati sulla letalità del coronavirus, che confermano che le vittime sono soprattutto persone anziane, l’idea anche per Italia è di raccomandare l’uso preferenziale oltre i 60 anni. Voglio anche dire che non abbiamo elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose.

Posizione confermata dal Direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini, che ha evidenziato la convenienza di concentrare le vaccinazioni sulle “fasce di popolazione a maggior rischio e che ne possono quindi trarre i maggiori benefici”, a fronte di numeri su contagi e decessi ancora molto elevati e gravi.

Sui decessi si è concentrato il Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, che nel suo breve intervento ha fatto luce sull’elevata efficacia del vaccino AstraZeneca sulla popolazione anziana, compresa tra l’80 ed il 100%.

Ora l’ambizione europea è quella di una posizione condivisa, ma per il momento la Spagna ha raccomandato un uso preferenziale sopra i 60 anni di età, la Francia sopra i 55 anni e non spicca certo una linea unica.

Questa quindi la posizione del governo italiano dopo le valutazioni pomeridiane dell’Ema.

Le conclusioni pomeridiane dell’Ema

Nel pomeriggio, l’Ema ha dichiarato che il vaccino AstraZeneca garantisce benefici che si mostrano ben superiori ai rischi.
Lo ha comunicato a conclusione della sua attesa valutazione sul farmaco del colosso biofarmaceutico anglo-svedese.

Una scelta che mira a rassicurare ma che non esclude però i collegamenti tra vaccino e episodi di trombosi, che vengono definiti in ogni caso “eventi rari”:

“Gli eventi rari legati a trombosi cerebrale sono effetti collaterali molto rari che si verificano entro 2 settimane dalla vaccinazione.”

Ha quindi evidenziato la convenienza nel proseguire con le somministrazioni del vaccino AstraZeneca, in quanto - ha spiegato - “i benefici superano i rischi” .

Ma questo non annulla la questione più volte sollevata nelle ultime settimane e relativa ad alcuni episodi di trombosi a breve distanza dalla ricezione del farmaco.

E infatti per la prima volta l’Ema sembra mettere i guardia l’intera utenza del rischio - seppure molto ridotto - che possano effettivamente verificarsi delle problematiche:

“L’Ema ricorda a operatori sanitari e a tutte le persone che si sottopongono al vaccino di restare consapevoli della possibilità che si verifichino casi molto rari di coaguli di sangue, combinati con bassi livelli di piastrine, in media entro 2 settimane dalla vaccinazione.”

Nel proseguire, l’Agenzia fornisce anche maggiori dettagli, identificando quelle che finora si sono mostrate le categorie più soggette a simili possibili effetti collaterali:

“Finora, la maggior parte dei casi segnalati si è verificata in donne di età inferiore a 60 anni entro 2 settimane dalla vaccinazione. Sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati.”

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