Avvocati: da settembre un esame in più per accedere alla professione

Maria Stella Rombolà

17/07/2018

A partire da settembre 2018 l’iter per accedere alla professione di avvocato diventa più complesso con l’aggiunta di corsi di formazione paralleli al praticantato e con l’irrigidimento delle regole di svolgimento dell’esame di stato.

Avvocati: da settembre un esame in più per accedere alla professione

Da settembre 2018 è prevista una doppia formazione con l’aggiunta di un esame ulteriore per i giovani aspiranti avvocati che desiderano accedere alla professione.

Le maggiori novità riguardano sia le regole da rispettare nel corso dell’esame di stato sia l’aggiunta di corsi formativi da affiancare al periodo di 18 mesi di tirocinio formativo.

Nonostante le polemiche e le richieste di ulteriori proroghe sembra che in autunno i cambiamenti prenderanno forma.

Le novità

Dopo anni di polemiche e rinvii si appresta a prendere forma la revisione del percorso di accesso alla professione disegnata dalla legge di riforma forense (247/2012). In particolare la legge 247 prevede 4 decreti attuativi tra cui il regolamento con la nuova disciplina dell’esame di stato, già enunciato da 2 anni ma continuamente prorogato, e quello sui corsi di formazione risalente a febbraio scorso.

In particolare a partire dal 28 settembre i laureati in giurisprudenza oltre ai tradizionali 18 mesi di praticantato dovranno frequentare anche corsi di formazione teorici e sostenere le relative verifiche intermedie e finali.

Inoltre è previsto l’avvio ufficiale delle nuove regole per la partecipazione all’esame di stato: la decisione arriva dopo molti rinvii. Tra le novità più rilevanti da sottolineare il nuovo divieto di consultazione dei commentari e il passaggio all’orale solo per chi ha ottenuto la sufficienza in tutte le prove scritte.

Ancora ombre avanzano sull’attuazione di queste novità: il decreto sui corsi di formazione è stato infatti impugnato dall’Associazione nazionale forense (Anf) di fronte al Tar Lazio per chiederne la revisione.

Corsi di formazione

I laureati in giurisprudenza iscritti alla pratica dal 28 settembre dovranno affiancare ai 18 mesi di tirocinio la frequenza di un corso di formazione: i suddetti corsi verranno promossi dal Consiglio nazionale forense (Cnf) in modo da garantire omogeneità di preparazione e di valutazione. Il Consiglio ha infatti enunciato delle linee guida a cui gli enti dovranno adeguarsi in modo da omologare i corsi, il sistema di accreditamento e i costi.

Per quanto riguarda il metodo di insegnamento da adottare nel corso delle lezioni e indicato dalle linee guida si propone un impianto classico: il docente sottopone agli aspiranti avvocati un caso controverso e interdisciplinare così che possano risolverlo.

I corsi, organizzati dai Consigli dell’ordine attraverso le scuole forensi, dovranno durare minimo 160 ore spalmate nell’arco dei 18 mesi di praticantato. Al termine delle lezioni è necessario sottoporsi a una verifica finale che si aggiungerà alle due intermedie. Il superamento della prova è requisito necessario all’ottenimento del certificato di compiuto tirocinio senza il quale non è possibile iscriversi all’esame di stato.

Per ulteriori informazioni sui corsi obbligatori e sulle loro modalità di svolgimento rimandiamo alla lettura del nostro articolo sul tema.

Esame di stato

La prossima sessione dell’esame di stato, quella di dicembre 2018, potrebbe vedere finalmente la messa in atto dei cambiamenti previsti:

  • divieto di consultazione dei codici commentati con dottrina e giurisprudenza durante le prove scritte;
  • punteggio minimo di 30 in tutte e 3 le prove scritte, ossia nei due pareri motivati, in materia civile e penale e nella redazione di un atto giudiziario, necessari per accedere all’orale.

Proroga

Nonostante i cambiamenti in previsione per quest’anno, solo qualche giorno fa l’Associazione Italiana Giovani Avvocati ha riportato le parole del Sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone e ha annunciato la proroga imminente del regime transitorio per l’esame di abilitazione alla professione forense.

Sebbene la proroga sembrasse ormai notizia certa non è stata confermata dal cosiddetto decreto Milleproroghe pubblicato il 25 luglio. Pertanto al momento l’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense non potrà essere svolto usando codici annotati con la giurisprudenza.

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