Tra alcuni operatori si starebbe facendo largo l’ipotesi di un accordo segreto tra banche centrali per stabilizzare il Dollaro americano seguendo il Plaza Accord del 1985.
Tra alcuni investitori sta prendendo sempre più piede l’idea che, all’ultimo G20 di Shanghai, i governatori delle banche centrali abbiano raggiunto un accordo segreto per cercare di indebolire il Dollaro americano. Questa ipotesi troverebbe fondamento nel fatto che a nessuno al momento conviene un Dollaro forte.
Il perché va ricercato nelle difficoltà riscontrate dalle economie emergenti e dalla pressione ribassista sulle materie prime (che soffrono anche di un eccesso di offerta). Il sell-off vistosi all’inizio dell’anno, sembra avere una correlazione con il rafforzamento del Dollaro causato dalle aspettative del mercato su una nuova stretta monetaria da parte della Federal Reserve. E’ possibile quindi che i governatori delle banche centrali si siano accordati per indebolire la valuta statunitense?
Borse: il sell-off di inizio anno guidato da paure di un Dollaro forte?
Negli ultimi giorni, il Dollaro americano ha perso notevolmente terreno verso le maggiori valute internazionali, nonostante gli interventi di alcune banche centrali volti a svalutare la loro moneta nei confronti proprio della valuta statunitense.
La cautela mostrata dalla Federal Reserve nel giorno dell’annuncio delle decisioni di politica monetaria di questo mese, con il taglio dell’outlook su futuri rialzi ha nuovamente indebolito la valuta americana, spingendo il rally sui mercati emergenti e sul mercato delle commodity.
E’ possibile che il sell-off di inizio anno, visto su un pò tutte le piazze d’affari internazionali sia stato guidato dalla preoccupazione degli investitori sulle nuove strette monetarie che la Fed aveva in programma di eseguire nel corso del 2016.
Le preoccupazioni erano scaturite dal fatto che un Dollaro forte avrebbe potuto mettere in difficoltà le economie emergenti, creando pressioni ribassiste sui prezzi delle commodity (già appesantiti da un eccesso di offerta) con tutti i rischi che ne conseguono.
Borse: ipotesi accordo al G20 tra banchieri centrali per stabilizzare il Dollaro USA
E’ possibile quindi che i governatori delle banche centrali abbiano trovato un accordo per indebolire il Dollaro ed evitare nuove turbolenze sui mercati fiananziari? Alcuni operatori si stanno facendo questa domanda dopo il G20 di Shanghai che alla sua conclusione aveva lasciato perplessi i mercati vista l’assenza di coordinazione tra le varie banche centrali.
Invece, proprio nella città cinese, i massimi vertici degli istituti centrali internazionali potrebbero aver trovato un accordo segreto, volto a stabilizzare le piazze d’affari mondiali.
Il Dollaro debole ha fatto risalire quotazioni di petrolio e indici azionari - IG
Dalla riunione del G20, il Dollaro ha limato il suo valore del 3%, dando così respiro alle su citate commodity e ai mercati emergenti. Chris Weston, chief market strategist di IG, in una nota pubblicata venerdì ha dichiarato che per ogni cospirazionista la situazione dovrebbe essere diventata chiara.
C’è uno sforzo coordinato da parte delle banche centrali per indebolire il Dollaro USA, che in cambio sta generando un massiccio ritorno al rischio sui mercati azionari e del credito.
L’indebolimento del Dollaro è la ragione chiave per cui abbiamo visto un rally del 54% sul WTI e del 40% sul Brent, ha spiegato Weston. I teorici dell’accordo, hanno giustificato la loro teoria ribadendo come un Dollaro forte sia una cattiva notizia per l’economia globale, rendendo i mercati estremamente volatili e facendo suonare i campanelli d’allarme di politici e banche centrali dopo il forte rally del Dollaro nel 2015.
L’indice del Dollaro è balzato di quasi il 10% lo scorso anno. A dicembre ha raggiunto il più alto livello di oltre 5 anni, grazie alle aspettative degli operatori su una nuova stretta monetaria della Federal Reserve per il 2016.
Questo rally dello scorso anno si è fatto sentire sui mercati finanziari, con i listini azionari dei Paesi Emergenti e le società esportatrici americane in notevole difficoltà.
I prezzi dell’oro nero furono colpiti dal rafforzamento del Dollaro, anche se il sostanziale declino dei prezzi del petrolio è stato guidato principalmente da un eccesso di offerta.
Borse aiutate da manovre a sorpresa di alcune banche centrali - IG
L’esperto di IG fa notare come ci siano stati dei movimenti inattesi da parte di alcune banche centrali nelle scorse settimane. La People’s Bank of China (PboC) ha tagliato i tassi di riserva delle banche del Paese di 50 punti base, la banca centrale della Nuova Zelanda ha abbassato il tasso di interesse di 25 punti base mentre la BCE si è mossa focalizzandosi sul mercato creditizio con una manovra ben oltre le attese dei mercati.
La scorsa settimana la Federal Reserve si è mostrata sorprendentemente cauta, lasciando i tassi invariati e tagliando le stime su futuri rialzi. Le parole del presidente della Fed, Janet Yellen, hanno ulteriormente indebolito il Dollaro, lasciando così crescere le ipotesi di un accordo segreto a Shanghai.
Accordo segreto tra banche centrali non sarebbe novità
Non sarebbe una novità un accordo segreto tra banche centrali. Nel 1985, i ministri delle finanze di USA, Francia, Germania dell’Ovest, Giappone e Regno Unito raggiunsero un accordo per guidare il Dollaro a ribasso verso lo Yen e il Marco tedesco (noto come «Plaza Accord»).
L’operazione sarebbe servita ad aiutare l’economia statunitense che allora era appesantita dalla corsa del Dollaro USA.
Dollaro si è indebolito dopo la Fed, non prima - Loomis, Sayles & Co.
Joachim Fels, global economic adviser a Pimco, anche sospetta che le banche centrali possano essersi coordinate per evitare una crescita troppo forte della valuta americana. “Sembra che ci sia stato una sorta di accordo tacito a Shanghai volto a stabilizzare il Dollaro verso le maggiori valute attraverso azioni di politca monetaria”.
C’è anche chi scarta l’ipotesi di un accordo segreto, come Esty Dwek, global strategist di Loomis, Sayles & Co., che ha dichiarato di sentirsi sorpresa se fosse in atto un accordo simile. Invece, l’analista fa notare che il Dollaro ha perso forza dopo l’intervento della Fed e non prima.
Chi avrà ragione?
Fonte: Marketwatch.com
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