In Bielorussia è caos e guerriglia. Le elezioni presidenziali hanno confermato la presidenza di Lukashenko senza sorprese. Ma la popolazione è scesa in strada contro i risultati. Si contano feriti, arresti e anche un morto: cosa succede?
Le elezioni in Bielorussia si sono trasformate in guerriglia.
La vittoria di Lukashenko, al suo sesto mandato consecutivo, ha di fatto confermato quella che può definirsi l’unica vera dittatura in Europa.
Non appena la Commissione Elettorale Centrale ha annunciato i primi risultati, evidenziando lo schiacciante vantaggio del presidente in carica, confermato con l’80,23% dei voti, è esplosa la rabbia popolare.
La capitale Minsk è diventata il teatro di scontri violenti tra manifestanti che gridavano ai brogli e forze militari. Esplosioni, feriti, arresti e addirittura un morto si sono susseguiti e il tumulto non è finito.
Anche l’Europa ha fatto sentire la sua voce: che succede in Bielorussia?
Elezioni Bielorussia: scoppia la violenza, cosa succede?
Bilancio drammatico e futuro molto incerto in Bielorussia dopo le elezioni.
Non appena è stato annunciata la vittoria senza eguali dell’attuale presidente Lukashenko, la popolazione è scesa in strada per protestare i risultati, considerati illegittimi.
L’esponente dell’opposizione, Svetlana Tikhanovskaya, non ha accettato l’esito delle urne, gridando allo scandalo per evidenti brogli. Secondo quanto diffuso dalla Commissione Elettorale, infatti, la sfidante avrebbe incassato il consenso soltanto del 9,9% della popolazione.
Eppure, in un momento quasi storico per la nazione, prima delle elezioni Minsk aveva ospitato una manifestazione di protesta contro la politica di Lukashenko, con un raduno di circa 60.000 persone contro il presidente.
Tuttavia, il voto era già stato preannunciato come una farsa, vista la strategia dell’eliminazione degli avversari politici.
In questa cornice di alta tensione, nella notte del 9 agosto è esplosa una vera guerriglia, con esplosioni, cariche della polizia antisommossa e atti violenti in strada.
C’è stato un morto tra i manifestanti e dozzine di feriti. Sarebbero 3.000 le persone fermate e arrestate e il bilancio potrebbe peggiorare di ora in ora.
La leader dell’opposizione ha affermato che i risultati delle elezioni sono in contraddizione con la realtà. Nel mirino ci sarebbe anche la chiusura dei seggi senza consentire alle persone in coda di poter votare.
Bielorussia nel caos: insorge l’Europa
Le elezioni in Bielorussia, l’ostinazione di Lukashenko e la guerriglia in strada hanno allertato l’Europa.
Il presidente neoeletto ha minimizzato l’accaduto, deciso a mantenere il potere anche con la forza. Anzi, ha accusato i Paesi esteri di complotto e di aver diretto le proteste dei manifestanti.
Il Vecchio Continente, però, non ha lasciato cadere nel silenzio quanto sta accadendo. Ursula Von del Leyen, presidente della Commissione Europea, ha dichiarato:
“Non c’è posto in Europa per chi bersaglia e reprime con violenza chi protesta pacificamente. I diritti fondamentali in Bielorussia devono essere rispettati. Chiedo alle autorità di assicurare che i voti dell’elezione di ieri siano contati e pubblicati accuratamente”
Sulla stessa scia le parole giunte dalla Germania, non disponibile ad accettare simili fatti e il non rispetto degli standard minimi della democrazia.
La Polonia ha addirittura chiesto un vertice UE, perché: “Le autorità hanno usato la forza contro i loro cittadini che chiedevano un cambiamento nel Paese”.
Intanto, il caos continua a dominare la Bielorussia e Putin si è già congratulato con Lukashenko. Lo scenario resta fragile e incline alla violenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA