Il biodiesel viene proposto come alternativa al tradizionale gasolio. Promette un impatto ambientale più basso, ma quali altri vantaggi consente? E quali sono gli svantaggi?
Il biodiesel è un carburante ottenuto da fonti rinnovabili, può essere mescolato al tradizionale gasolio riducendone le emissioni e non danneggia i motori degli autoveicoli nei quali viene utilizzato. Può essere, quindi, una valida soluzione per limitare l’impatto ambientale delle auto diesel senza dover effettuare modifiche ai veicoli stessi.
Tutto bene quindi? In parte si, me vediamo di capire meglio cos’è il biodiesel, come viene ottenuto e quali vantaggi e svantaggi presenta. Nonostante quello che si pensa, questo tipo di carburante non è un olio vegetale anche se a volte viene confuso con l’olio di colza, che pure si è provato ad utilizzare nell’autotrazione.
Piuttosto, il biodiesel è il risultato di un processo chimico: la trasformazione di un composto organico (olio vegetale) con un altro per effetto di una reazione innescata dall’alcool etilico o metilico (transesterificazione). Il risultato è un combustibile che si presenta allo stato liquido, di colore ambrato e trasparente, utilizzabile nei motori a ciclo diesel.
Biodiesel: cos’è e come viene prodotto
Il biodiesel è un carburante per autotrazione ottenuto esclusivamente dall’olio vegetale trattato attraverso un processo chimico. Come base di partenza vengono usati olio di colza e olio di girasole, che vengono fatti reagire in combinazione con l’alcol. Il risultato è un liquido che presenta una viscosità molto simile a quella del gasolio ottenuto dalla distillazione frazionata del petrolio, con il quale il biodiesel può essere mescolato senza problemi.
Il biodiesel viene identificato dalla sigla BD quando è allo stato puro. Quando, invece, viene mescolato con il tradizionale gasolio viene aggiunta una specifica che indica la percentuale di diluizione: DB20 - ad esempio - indica un gasolio diluito con una percentuale del 20% di biodiesel.
Nella produzione del biodiesel è fondamentale che la reazione chimica tra oli vegetali e alcol venga portata a compimento, dal momento che comporta il raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali del processo produttivo: la rimozione del glicerolo; rimozione del catalizzatore e di alcoli; l’eliminazione di acidi grassi liberi. Il risultato è un carburante dalla bassa tossicità.
I vantaggi del biodiesel
Il biodiesel presenta una maggiore incendiabilità rispetto al gasolio tradizionale, ma a differenza di quest’ultimo non è esplosivo, una condizione che rende la miscelazione una soluzione ottimale per garantire le prestazioni del motore riducendo al tempo stesso le emissioni di inquinanti. Inoltre il biodiesel è biodegradabile.
Il vantaggio in termini ambientali è una riduzione delle emissioni rispetto al gasolio. L’ossido di carbonio (CO) si riduce del 50% e l’anidride carbonica (CO2) emessa è inferiore addirittura del 78.4. Il biodiesel, inoltre, non contiene idrocarburi aromatici e non produce emissioni di diossido di zolfo. Anche polveri sottili (PM) si riducono drasticamente: fino al 65%.
Gli svantaggi del biodiesel
Il biodiesel, però, presenta anche degli svantaggi. Il primo riguarda l’ossido di azoto (NOx), l’unica sostanza inquinante prodotta in misura maggiore rispetto al gasolio e che - per essere ridotta - richiede una riprogettazione dei motori diesel, che dovrebbero essere dotati di catalizzatori specifici.
L’altro grosso svantaggio del biodiesel riguarda l’intensificazione delle colture necessarie a produrre gli oli vegetali, che sottrarrebbero risorse al mercato alimentare provocando un aumento dei costi delle materie prime. Per soddisfare le esigenze del mercato energetico e di quello alimentare sarebbe necessario un elevato consumo del suolo e delle risorse da dedicare alla coltivazione, inclusa l’acqua necessaria all’irrigazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA