Mercati delusi dalla mancanza di concrete novità dal G20. Ora, il prossimo forte movimento delle piazze finanziarie dipenderà da Mario Draghi e dalla BCE.
La delusione del G20 si è fatta sentire sui mercati asiatici e si sta percependo anche sui mercati europei. La mancanza di notizie su azioni concrete da parte delle banche centrali non è piaciuta ai mercati, i quali si aspettavano qualcosa di meglio di una promessa ad intervenire in tutti i modi in caso di bisogno.
I buoni dati americani spaventanto gli investitori, che temono così un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve nonostante gli USA non siano pronti a guidare la crescita globale. L’ultimo intervento della Bank of Japan non ha convinto gli operatori che, anzi, credono che la banca centrale nipponica abbia finito le munizioni per stabilizzare la crescita del Paese. Adesso la palla passa a Mario Draghi, il quale può essere il principale attore per un nuovo forte movimento dei mercati.
Mercati asiatici ed europei giù: delude il G20
Il G20 non ha entusiasmato i mercati asiatici né, al momento, quelli europei. La mancanza di azioni concrete dal meeting di Shanghai da parte delle banche centrali, volte a stimolare la crescita globale, non ha trovato il gradimento dei mercati che sono così sprofondati in rosso.
Circa una settimana fa, la Bank of America (BofA) aveva avvertito che i problemi principali dell’economia mondiale sono due:
- L’economia USA non è nè così forte da stimolare la crescita del PIL globale e né è così messa male da richiedere una risposta coordinata da parte degli altri Paesi.
- I policy makers non stanno facendo molto di concreto, se non avvertire dei rischi esistenti per l’economia internazionale che stanno alimentando le loro preoccupazioni e quelle dei mercati.
Nello stesso report, gli analisti di BofA spiegavano che sarebbero rimasti short in attesa di risposte coordinate e aggressive da parte della politica monetaria globale che permettano di migliorare le aspettative sui profitti globali e le condizioni del credito.
Attesa che si basava appunto sulla riunione del G20, la quale forse aveva anche permesso la chiusura di parecchie posizioni short per evitare ai ribassisti soprese dal meeting di Shanghai.
Borse: G20 ha aumentato incertezza
Gli esperti di Bank of America avvertivano che deboli politiche monetarie in arrivo nelle prossime settimane, potrebbero definitivamente chiudere il rally visto sui mercati in questi giorni per indurre così accordi politici coordinati tra le varie nazioni per stimolare la crescita globale.
Ora il G20 non solo ha deluso i mercati ma ha aumentato l’incertezza poiché dal meeting di Shanghai sono emersi tutti i timori di ministri delle finanze e banche centrali (come l’avvertimento sulla Brexit) dai quali però si rende più credibile un ribasso sui mercati.
Dal G20 nessun fastidio per manovra BoJ anche se c’è rischio di guerre valutarie
Tuttavia, all’orizzonte c’è una possibile nuova manovra da parte della BCE dopo l’intervento recente della Bank of Japan.
La BoJ settimane fa era intervenuta nuovamente per svalutare lo Yen, tagliando nuovamente i tassi di interesse.
La cosa non sembra che abbia turbato i ministri delle finanze intervenuti al G20 anche se Jeoren Dijsselbloem, ministro delle finanze olandese, ha dichiarato che c’è qualche preoccupazione sul fatto che ci si stia muovendo in una situazione di svalutazione competitiva delle monete.
La mossa della BoJ però non sembra essere stata recepita. Come spiegano gli analisti di Citigroup Japan, la mossa della banca centrale nipponica non è stata particolarmente gradita dai mercati (a febbraio il Nikkei ha segnato la peggior performance mensile dal 2012).
Inoltre, gli esperti spiegano che dal comunicato del G20 si apprende che la BoJ non interverrà ulteriormente e questo potrebbe permettere un’altra rivalutazione dello Yen con conseguente sell-off sul mercato azionario giapponese.
G20 delude: la palla passa a Draghi
In sintesi, dopo il recente rialzo degli indici azionari dovuto alla chiusura di posizioni short, si potrebbe aprire una nuova ondata di ribassi in attesa di nuovi stimoli monetari aggressivi da parte delle banche centrali.
A questo punto la palla passa al presidente della BCE Mario Draghi che il 10 marzo sarà chiamato a sorprendere i mercati finanziari.
Per sopresa si intende un’azione che permetta di ridurre l’impatto che generano i tassi sempre più negativi sulla redditività delle banche in modo da non rendere inutili gli sforzi di politica monetaria.
In questo senso Draghi, dopo aver “caricato” i mercati sulla riunione di marzo non potrà fallire e dovrà agire in modo aggressivo per evitare un nuovo 4 dicembre e screditare ulteriormente la reputazione della BCE.
Questo è il pensiero degli esperti di BofA i quali concludono che il prossimo grande movimento dei mercati dipenderà interamente da Mario Draghi.
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