Nonostante il parere negativo del CTS, in molte Regioni è arrivato il via libera alla ripresa del calcetto e degli altri sport da contatto: ecco dove si è ripreso a giocare.
In quali Regioni si può giocare a calcetto? Adesso che l’Italia è ormai entrata a pieno nella Fase 3, questa è la domanda che i tanti praticanti degli sport amatoriali di squadra si sono posti.
Se dal 25 maggio c’è stato il via libera alle riaperture di palestre, piscine e centri sportivi, per il calcetto invece stando all’ultimo DPCM approvato dal governo si sarebbe dovuto aspettare fino al 25 giugno.
“Il 25 giugno - aveva dichiarato il premier Conte - possono riprendere gli sport di contatto amatoriali se le Regioni ma anche il ministro dello Sport Spadafora e il ministro della Salute Speranza accerteranno che ricorre la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica”.
In sostanza il governo aveva dato il suo disco verde alla ripresa del calcetto a partire dal 25 giugno, ma proprio all’ultimo è arrivato lo stop da parte del Comitato Tecnico Scientifico che ha bloccato tutto.
Nonostante questo, molti governatori hanno deciso di prendere una decisione in autonomia tornando a consentire il calcetto e gli altri sport da contatto. Vediamo allora in quali Regioni al momento è possibile giocare.
Calcetto: le Regioni dove si può giocare
Lo stop arrivato dal Comitato Tecnico Scientifico ha costretto molte Regioni a deliberare in maniera autonoma per far riprendere il calcetto e gli altri sport da contatto, anche se non mancano i governatori che ancora devono dare il proprio via libera.
- Abruzzo - ok dal 9 giugno
- Basilicata - ok dal 10 luglio
- Calabria - ok dal 6 luglio
- Campania - ok dal 1 luglio
- Emilia Romagna - stop fino a data da destinarsi
- Friuli Venezia Giulia - ok dal 30 giugno
- Lazio - ok dal 2 luglio
- Liguria - ok dal 26 giugno
- Lombardia - ok dall’11 luglio
- Marche - ok dal 27 giugno
- Molise - ok dal 9 luglio
- Piemonte - stop fino a data da destinarsi
- Puglia - ok dal 25 giugno
- Sardegna - ok dal 4 luglio
- Sicilia - ok dal 20 giugno
- Toscana - ok dal 25 giugno
- Trentino Alto Adige - ok dal 4 luglio
- Umbria - ok dall’8 luglio
- Valle d’Aosta - stop fino a data da destinarsi
- Veneto - ok dal 26 giugno
Come si può vedere, in sostanza il calcetto in questo momento è ripartito in tutta Italia, anche se con date differenti, a eccezione di tre Regioni: Emilia Romagna, Piemonte e Valle d’Aosta.
Tra governo e CTS
Da sempre il calcetto è uno degli svaghi preferiti dagli italiani. Le immancabili partite tra amici e colleghi, oltre a essere linfa vitale per i centri sportivi, sono praticamente un rito che coinvolge migliaia di appassionati del campo piccolo.
Da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus a inizio marzo, ovviamente non è più possibile scendere in campo visto che si tratta, al pari di basket o volley, di uno sport di squadra dove è impossibile rispettare il distanziamento sociale.
Le riaperture decise dal governo a partire dal 25 maggio, non hanno riguardato quindi il calcetto nonostante che i centri sportivi potranno tornare a essere operativi. Adesso la questione sembrerebbe però essersi sbloccata.
Inizialmente Vincenzo Spadafora aveva parlato del 22 giugno come possibile data per una ripartenza anche del calcetto, ma lo start poi è stato posticipato di tre giorni.
Per il ministro “il problema è che dobbiamo superare l’idea del distanziamento, mentre oggi è una cosa che dobbiamo assolutamente rispettare tutti quanti, così come l’utilizzo delle mascherine; dobbiamo capire se riusciamo a vivere e gestire bene questa riapertura delle Regioni”.
Stando alle parole di Vincenzo Spadafora, ci sarebbe dovuta essere una ripartenza del calcetto dopo il 25 giugno, con anche diverse Regioni che già erano pronte.
A fermare la ripresa però è stato il Comitato Tecnico Scientifico, che quando sembrava essere tutto pronto per la ripresa del calcetto e degli altri sport amatoriali da contatto ha invece gelato il ministro Spadafora.
“In considerazione dell’attuale situazione epidemiologica nazionale - ha fatto sapere il CTS - con il persistente rischio di ripresa della trasmissione virale in cluster determinati da aggregazioni certe come negli sport da contatto, devono essere rispettate le prescrizioni relative al distanziamento fisico e alla protezione individuale”.
Uno stop quello deciso dal CTS che ha costretto molti governatori a decidere in maniera autonoma, provocando questa situazione a macchia di leopardo con diverse Regioni dove si è potuto tornare a giocare e altre dove i campetti sono ancora chiusi.
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