Dal costruttore romano Luca Parnasi ai sostenitori del gruppo europeo ECR, tutti i finanziatori stando a L’Espresso di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni dato in grande ascesa dai sondaggi.
Dietro il “prima gli italiani”, lo slogan dei partiti sovranisti, ci sarebbero numerosi interessi stranieri. Questa, almeno, è la tesi de L’Espresso che lo scorso dicembre ha realizzato un’inchiesta su chi finanzia Fratelli d’Italia.
Nella lista snocciolata dal settimanale dei sostenitori di Giorgia Meloni, spuntano così multinazionali USA e cinesi, lobbisti del petrolio, l’ultradestra statunitense oltre a Luca Parnasi, l’imprenditore romano già indagato per finanziamento illecito e al centro della vicenda dello stadio della Roma.
Negli ultimi mesi, Fratelli d’Italia sta crescendo molto stando ai sondaggi tanto da essere accreditato ormai in maniera costante in doppia cifra, dopo gli ottimi risultati ottenuti alle europee del maggio 2019.
Un salto di qualità che però secondo L’Espresso comporterebbe anche un aumento dei costi del partito della Meloni, visto che l’ultimo bilancio indicherebbe spese complessive per 2,3 milioni in aumento di 1 milione rispetto all’anno precedente.
Chi finanzia Fratelli d’Italia
Alle ultime europee grazie al 6,46% dei voti ottenuti, Fratelli d’Italia ha eletto al Parlamento Europeo sei deputati che, come era stato annunciato alla vigilia del voto, sono entrati a far parte del gruppo Conservatori e Riformisti Europei (ECR) dove sono presenti anche i partiti di estrema destra Vox (Spagna) e Democratici Svedesi (Svezia).
L’Espresso così ha raccontato di una cena di gala organizzata da ECR, alla presenza anche degli europarlamentari di Fd’I, con presenti tra i 160 ospiti anche il colosso americano del petrolio Exxon e quello cinese delle telecomunicazioni Huawei.
Il settimanale poi ha citato Raffaele Fitto, europarlamentare di Fratelli d’Italia e ora candidato del centrodestra alle regionali in Puglia, indicato come “vicepresidente di New Direction, costola strategica dell’ECR per convogliare finanziamenti”, una fondazione che “ha incassato più di 840.000 euro dal 2015 a oggi”.
“Tra i versamenti più sostanziosi spicca di nuovo At&T con 48.000 euro - si legge nell’articolo - A seguire c’è British American Tobacco, terzo gruppo al mondo per produzione di sigarette, con 23.000 euro negli ultimi due anni”.
E ancora “chi sicuramente ha donato a New Direction e a ECR è un insieme di fondazioni americane che fanno capo al mondo ultraconservatore dei Repubblicani, in particolare all’ala destra del Tea Party”.
“Giorgia Meloni, grazie a Raffaele Fitto, è salita sul cavallo giusto anche perché è d’oro: nel 2017 il gruppo Ecr ha incassato 1,44 milioni di sovvenzioni dal Parlamento - scrive sempre L’Espresso - Che, stando ai dati ufficiali dell’Autorità che si occupa di monitorare questi flussi, potrebbe versare altri 7 milioni per gli anni 2018 e 2019”.
In Italia tra i finanziatori del partito oltre ai costruttori Scarpellini e Santarelli, c’è anche Luca Parnasi, già indagato per finanziamento illecito, che per il settimanale ha donato 50.000 euro a Fratelli d’Italia tramite la sua società Pentapigna.
“Solo tra il 2016 e il 2018 Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno ricevuto dai più noti costruttori romani circa 180 mila euro di donazioni” riporta L’Espresso, con il partito che ha replicato specificando come “si tratta di erogazioni liberali da parte di società che non avevano alcuna criticità giudiziaria da noi conosciuta”.
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