La Cina ha deciso di donare al programma COVAX 2 miliardi di vaccini, ma ha respinto ancora una volte le richieste dell’OMS per delle nuove indagini sull’origine del Covid.
La Cina lo scorso 5 agosto ha annunciato che donerà, entro la fine dell’anno, la bellezza di 2 miliardi di dosi del vaccino anti-Covid al resto del mondo, staccando anche un assegno da 100 milioni di dollari al programma COVAX.
Nel dettaglio il progetto COVAX è stato ideato dall’OMS per garantire l’accesso ai vaccini anche ai Paesi a medio e basso reddito. A fronte di una stima di fabbisogno iniziale di 2 miliardi di dosi per il 2021, adesso l’asticella si è abbassata a 1,3 miliardi.
Al momento però il programma è fortemente in ritardo, visto che la maggior parte dei vaccini continuano a essere in pancia ai Paesi più ricchi che già stanno programmando la terza dose per proteggersi dalla variante Delta.
La decisione della Cina di donare 2 miliardi di dosi rappresenta di conseguenza una autentica manna per l’OMS e il suo programma COVAX, visto che il miliardo di vaccini promessi a giugno dal G8 ancora non si sono visti.
“La Cina continuerà a fare tutto il possibile per aiutare i Paesi in via di sviluppo a fare fronte alla pandemia” ha assicurato il presidente Xi Jinping, con la speranza che almeno Pechino possa passare a breve dalle parole ai fatti.
Origine del Covid: altro no della Cina all’OMS
Se da una parte il governo cinese ha deciso di essere molto generoso con l’OMS donando 2 miliardi di vaccini, dall’altra c’è da registrare a stretto giro la nuova porta in faccia di Pechino alle richieste da parte dell’Organizzazione di nuove indagini sull’origine del Covid.
“Ci opponiamo al tracciamento politico, abbandoniamo il rapporto congiunto pubblicato dopo che un team di esperti dell’ OMS ha visitato Wuhan a gennaio - ha dichiarato il viceministro degli Esteri Ma Zhaoxu - Sosteniamo il tracciamento scientifico”.
A inizio 2021 degli esperti inviati dall’OMS in Cina hanno provato a capire quali fossero le origini di questa pandemia. Alla fine il rapporto reso noto a marzo non è giunto ad alcuna conclusione, ma non sono mancate polemiche per delle presunte ingerenze da parte della Cina soprattutto per quanto riguarda i sopralluoghi nel famigerato laboratorio di Wuhan.
A fine maggio così Joe Biden ha ordinato alla sua intelligence di redigere, entro novanta giorni, un rapporto esaustivo sull’origine del Covid non nascondendo tutta la sua insoddisfazione per il sostanziale buco nell’acqua delle indagini condotte dall’OMS.
Anche Tedros Ghebreyesus di recente ha ammesso che “serve una nuova missione in Cina, per proseguire le ricerche sull’origine del coronavirus, anche nei laboratori”, con il numero uno dell’OMS che ad aprile aveva accusato Pechino di aver nascosto “dati al nostro team che ha indagato su origini Covid”.
Mentre in Cina è scattato di nuovo l’allarme Covid, con diverse città chiuse a seguito di alcuni focolai provocati dalla variante Delta, Pechino ha deciso di aiutare gli altri Paesi regalando 2 miliardi di vaccini senza però, nonostante le richieste dell’OMS, acconsentire a nuove indagini a Wuhan per capire quale sia l’origine del Covid.
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