L’avvocato cassazionista è il legale che può sostenere un giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione. Per svolgere questo ruolo è necessario superare un concorso di notevole complessità.
Diventare avvocato cassazionista richiede molta esperienza nel settore e grandi capacità intellettuali. Gli anni di esperienza non bastano, infatti, dal 2017, per diventare avvocato cassazionista occorre superare uno specifico concorso oppure frequentare con successo la Scuola superiore dell’avvocatura presso il Consiglio Nazionale Forense.
Solo gli avvocati più preparati riescono ad esercitare il patrocinio presso le giurisdizioni superiori: infatti il giudizio in Cassazione è di gran lunga più complesso rispetto al giudizio ordinario, quindi l’avvocato deve dimostrare il possesso di specifiche competenze tecniche.
Ne consegue che il prestigio legato all’incarico giustifica un onorario più elevato rispetto a quello degli avvocati ordinari.
Come si diventa avvocati cassazionisti?
Diventare avvocato cassazionista è un percorso difficile che richiede particolari competenze e conoscenze. Fino al 2013, per diventare avvocato cassazionista bastava essere iscritti all’albo forense da almeno 12 anni e fare domanda per ottenere l’iscrizione all’albo speciale dei cassazionisti.
Invece, dal 2017, il procedimento è radicalmente cambiato ed abilitarsi all’albo delle giurisdizioni superiori è diventato molto difficile.
Ad oggi i requisiti per diventare avvocato per la Corte di Cassazione sono:
- essere iscritti all’albo da almeno 5 anni;
- aver superato lo specifico esame;
- aver svolto un periodo di pratica presso un avvocato che esercita davanti la Corte di Cassazione.
In alternativa:
- essere iscritti all’albo forense da almeno 8 anni;
- frequentare con successo la Scuola superiore dell’avvocatura (presso il Consiglio Nazionale Forense);
- superare con successo l’esame finale.
La Scuola superiore dell’avvocatura
Chi sceglie di frequentare la Scuola superiore dell’avvocatura deve sapere che occorre possedere precisi requisiti:
- aver svolto il patrocinio forense in almeno 10 giudizi civili negli ultimi 4 anni dinanzi alla Corte d’Appello civile;
- aver svolto il patrocinio forense in almeno 10 giudizi penali negli ultimi 4 anni dinanzi alla Corte d’Appello penale;
- aver svolto il patrocinio forense in almeno 20 giudizi negli ultimi 4 anni dinanzi alle giurisdizioni amministrative, tributarie e contabili.
Questi requisiti sono imprescindibili ma occorre anche superare un test di ammissione a risposta multipla con:
- 12 quesiti in materia di diritto processuale civile, penale ed amministrativo;
- 24 quesiti in materia scelta dal candidato.
Il concorso
Oltre alla Scuola, esiste un’altra strada, ovvero il superamento di un particolare concorso che si svolge a Roma presso il Ministero della Giustizia. Si tratta di una prova d’esame complessa che consta di tre prove scritte ed una orale.
Le prove scritte consistono nella compilazione di un ricorso per Cassazione in:
- materia civile;
- materia penale;
- materia amministrativa (che può anche riguardare il ricorso al Consiglio di Stato o alla Corte dei conti).
Invece la prova orale ha ad oggetto una contestazione giudiziale nella quale il candidato deve dimostrare le competenze giuridiche e l’attitudine a svolgere il patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione ed alle altre giurisdizioni superiori. Il tema sul quale si svolge l’esame viene assegnato dalla Commissione esaminatrice.
Chi vuole partecipare al concorso deve pagare una tassa d’iscrizione pari a 300 euro.
Quanto guadagna un avvocato cassazionista?
Dato che si tratta di un lavoro in libera professione, non si può determinare a priori il guadagno medio di un avvocato cassazionista. Certamente chi raggiunge il grado di cassazionista, data l’esperienza nel mestiere e la complessità del giudizio in Cassazione, è legittimato a chiedere un compenso più alto del solito per la propria prestazione.
L’aspetto fiscale è lo stesso, ma l’avvocato cassazionista, in quanto iscritto ad un albo speciale per le giurisdizioni superiori, deve versare all’Ordine di appartenenza una tassa annuale più alta rispetto agli avvocati ordinari.
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