Concorsi pubblici: il ministro Brunetta dice addio ai quiz. Cosa cambia

Teresa Maddonni

10 Maggio 2021 - 09:46

Concorsi pubblici: il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta dice addio ai quiz logico-matematici nelle selezioni e che non premiano la reale preparazione dei candidati. Vediamo cosa cambia.

Concorsi pubblici: il ministro Brunetta dice addio ai quiz. Cosa cambia

Concorsi pubblici: il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta dice addio ai quiz. Ma cosa significa e cosa cambia?

I concorsi pubblici sono stati modificati con il decreto Covid di aprile che ha previsto delle modalità semplificate, tra queste l’eliminazione della preselettiva sostituita dalla valutazione dei titoli e che ha creato non poche polemiche.

Ora un emendamento vuole modificare questo aspetto e ridimensionare la valutazione dei titoli.

Intanto il ministro Brunetta ha annunciato che per i nuovi concorsi pubblici si dirà addio ai “concorsisti per professione” e quindi a determinate tipologie di quiz che non sono meritocratici.

Concorsi pubblici: addio ai quiz da Brunetta

Il ministro per la PA Brunetta è tornato a parlare di concorsi pubblici e dice addio ai quiz e ai concorsisti per professione con l’obiettivo di alzare il livello di competenze di chi entra nelle amministrazioni pubbliche.

Il ministro infatti, intervenuto ieri su Radio24 ha dichiarato:

“I concorsi non saranno più “piatto ricco mi ci ficco”, nel senso che si pensa di partecipare solo perché ci sono 3 – 10 mila posti messi a concorso.”

Pertanto il ministro per la PA vuole eliminare la figura dei concorsisti vale a dire coloro che hanno fatto della partecipazione ai concorsi pubblici un mestiere imparando a memoria i quiz logico- matematici alla base delle selezioni. Ha detto il ministro:

“Anziché investire su formazione e valore dello studio hanno passato mesi, se non anni, a imparare a memoria quiz logico-matematici. Basta, ridiamo valore allo studio.”

Pertanto, sulla base delle precedenti indicazioni, e nonostante le polemiche, alla base dei concorsi pubblici ci sarà primariamente la valutazione dei titoli e delle esperienze.

Il ministro, come ha avuto modo di chiarire in più di un’occasione, ricorda che la valutazione dei titoli è facoltativa, al posto della preselettiva, per i concorsi già banditi prima del decreto Covid n.44 del 1° aprile 2021, ma che riguarderà tuttavia certamente i concorsi banditi successivamente ed espletati durante l’emergenza.

Quello che sembra chiaro per i concorsi pubblici è che i quiz standard, spesso usati nelle preselettive, verranno eliminati per elevare il valore delle selezioni.

Concorsi pubblici: selezioni con l’intelligenza artificiale

Il ministro Brunetta per i concorsi pubblici è tornato sulla questione delle selezioni con l’intelligenza artificiale.

“Mai più carta e penna, tutto in digitale entro 100 giorni (per consentire di fare 2-3 concorsi all’anno), con una prova scritta e una eventuale prova orale.”

Ha dichiarato sempre il ministro per la PA Radio24:

“Passeremo dall’Ottocento alla modernità, per consentire a qualsiasi amministrazione di fare anche 2-3 concorsi l’anno in ragione delle sue esigenze, con un numero accettabile di partecipanti, con posti messi a concorso e funzioni certe. Occorrerà sempre di più mettere al centro merito, formazione, qualità e disponibilità ad apprendere, non sempre è stato così.”

I primi concorsi pubblici che si svolgeranno senza quiz logico-matematici, quindi senza preselettiva, e nelle nuove modalità semplificate, lo ricordiamo, sono quello per il Sud e il concorso per il Comune di Roma per 1.470 posti al quale è ancora possibile iscriversi.

Questi saranno i banchi di prova per capire se i nuovi concorsi pubblici del ministro Brunetta funzionano davvero.

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