A seguito della pandemia, il processo di digitalizzazione ha subito, nel corso di un solo anno, un’accelerazione calcolabile in circa sette anni di crescita.
Nel corso del gennaio dell’anno 2020, gli analisti elaboravano dati importanti di crescita economica globale, mentre nel dicembre dello stesso anno la realtà risultava completamente mutata con la comparsa di nuove e drammatiche dinamiche sociali. Negli ultimi mesi, tra i mutamenti economici che le imprese hanno vissuto, registriamo la crescita del canale E-commerce che risulta protagonista di incrementi pari a 44 trilioni di dollari a livello globale.
La Cina e i paesi del sud est asiatico risultano essere tra i primi ad aver lavorato alla nuova ripresa post pandemia sanitaria. Il 2020 ha registrato un fortissimo rallentamento dell’economia globale e nuove prospettive commerciali da intraprendere con urgenza. Tuttavia, le perdite economiche dell’anno del 2020 non sono state equamente distribuite all’interno dei mercati internazionali e alcune realtà geoeconomiche hanno subito rallentamenti e disastri economici più evidenti, a differenza di altri contesti geografici. Dopo una contrazione economica internazionale così forte, l’anno 2021 vedrà una crescita del PIL, soprattutto nel secondo semestre, che sarà trainata dai paesi emergenti che cresceranno quasi più del triplo di quanto registrato nel corso dell’anno 2020.
Nella produzione manifatturiera mondiale, la Cina vivrà un rafforzamento commerciale notevole, mentre USA e Europa vedranno una leggera ripresa da intensificare nel corso dell’anno 2022. Nel commercio internazionale, il settore dei servizi ha subito una riduzione del 9.6% degli scambi commerciali mentre, in ottica globale, il turismo registra perdite intorno al 21.8%. La contrazione degli scambi commerciali dei beni ha penalizzato, in modo particolare, lo scambio e la lavorazione di materie prime e dei «prodotti finiti». Le previsioni degli analisti dell’Organizzazione mondiale del commercio stimano un rimbalzo importante e globale dell’economia soltanto nell’ultima parte del 2021 e durante il corso del 2022.
Durante il corso dell’anno 2021, la crescita dei paesi emergenti sarà trainata dall’India e dalla Cina. Tra i paesi avanzati, Stati Uniti e Giappone dovrebbero recuperare i livelli del 2019 entro la prima metà del 2021, mentre l’Unione Europea dovrà attendere il 2022 per raggiungere i livelli pre-crisi.
L’attualità degli operatori commerciali è incentrata sul dibattito intorno all’accelerazione digitale per ottimizzare i processi di vendita. Gli analisti sono concordi nel ribadire che lo sviluppo tecnologico cresce ad un ritmo più veloce delle capacità umane di apprendimento, generando una fase di mercato in cui si possono sfruttare enormi processi tecnologici per lo sviluppo del commercio delle imprese, ma solo se si dedica una parte della propria azione economica alla crescita delle competenze digitali e alla formazione di cui necessitano le imprese, per adeguarsi alla nuova realtà economica.
L’eredità lasciata dal virus è avvitata su un ripensamento globale degli spazi e delle relazioni con la crescita esponenziale delle piattaforme digitali di vendita e una crisi del retail tradizionale con lo sviluppo della digitalizzazione, di nuovi strumenti tecnologici e nuove metriche per misurare i cambiamenti economici. Fenomeni che hanno generato impatti importanti sui modelli di business tradizionali e sui consumi. A seguito della pandemia, il processo di digitalizzazione ha subito, nel corso di un solo anno, un’accelerazione calcolabile in circa sette anni di crescita.
Nel caso specifico del fenomeno dello smart working, la pandemia ha accelerato il processo facendo emergere cambiamenti epocali sui consumi, le modalità di lavoro e la mobilità dei cittadini delle metropoli. Un caso emblematico è quello di Zara che nel corso dell’anno del 2020 ha chiuso 1200 store in tutto il mondo, investendo 1 miliardo di euro in E-commerce. Durante i mesi più duri della crisi sanitaria, gli Stati Uniti hanno registrato una crescita dell’E-commerce che si attendeva solo tra cinque anni.
In Italia, i consumatori digitali sono aumentati di due milioni di utenti generando un valore assoluto di 4.7 miliardi di euro in più e in un solo anno. Inoltre, la pandemia ha velocizzato il processo di “delocalizzazione al contrario” delle imprese. Le aziende che prima della pandemia avevano avviato processi di delocalizzazione hanno spostato gli investimenti già intrapresi sui processi di internazionalizzazione 4.0, digitalizzazione ed export digitale. Il variegato mondo dell’E-commerce ha accelerato i processi del digital export, incentivando anche nuovi processi di comunicazione del brand aziendale e di vendita.
Rivedere i modelli di business appare fondamentale nell’attuale realtà economica e tutte le istituzioni internazionali concordano nel ribadire che le chiavi presenti, per il successo del domani, saranno legate alla digitalizzazione e alla sostenibilità dei processi economici, industriali e commerciali.
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