In Brasile i sostenitori di Bolsonaro, che ha condannato l’accaduto, hanno assaltato Parlamento, Presidenza e Corte Suprema, con la polizia che dopo ore è riuscita a riprendere il controllo della situazione.
Cosa è successo in Brasile? A soli due giorni dal secondo anniversario dell’assalto di Capitol Hill, nuovi disordini hanno visto come scenario i luoghi simbolo delle istituzioni democratiche.
Dopo gli Stati Uniti anche il Brasile per diverse ore è stato nel caos, con centinaia di sostenitori di Jair Bolsonaro che hanno preso d’assalto il Parlamento di Brasilia; in contemporanea, ci sono stati blocchi e manifestazioni in diverse città del Paese sudamericano.
L’attacco non si è limitato solo al Parlamento, visto che Palazzo Planalto ospita anche la sede della Corte suprema e la residenza del presidente Lula, il quale al momento dell’assalto si trovava nello Stato di San Paolo.
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Brasile: perché è stato assaltato il Parlamento
I bolsonaristi si sono scagliati contro le forze dell’ordine usando pietre e bastoni e attaccando alcuni veicoli della Congressional police. La causa della protesta sarebbe il presunto broglio elettorale, nonostante non ci siano fatti noti a favore di questa tesi.
L’origine dei fatti risiede nelle elezioni politiche brasiliane di ottobre, nelle quali l’attuale presidente democratico Luiz Inácio Lula da Silva ha sconfitto l’ex-presidente Bolsonaro, provocando lo scontento dei suoi sostenitori. Questi ultimi hanno quindi attaccato il palazzo del Congresso nazionale, riuscendo peraltro a scavalcare le transenne e a introdursi fino al 2° piano dell’edificio, stando alle ultime dichiarazioni riportate dai media locali.
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L’assalto era comunque in buona parte prevedibile, visto lo scontento palese dei sostenitori di Bolsonaro, i quali si sono accampati in segno di protesta davanti al Quartier generale dell’esercito a Brasilia subito dopo il secondo turno delle elezioni, vale a dire il 30 ottobre 2022.
L’intervento delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa è riuscito poi ad allontanare i manifestanti, con 400 di questi che sarebbero stati arrestati. La polizia militare avrebbe utilizzato proiettili di gomma e stordenti dagli elicotteri nel tentativo di disperdere almeno una parte degli invasori.
Il primo effetto dell’assalto è stata la decisione del giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes che ha rimosso per 90 giorni Ibaneis Rocha, governatore della regione di Brasilia considerato vicino a Jair bolsonaro.
La situazione in Brasile
Nonostante le precauzioni adottate, l’azione dei sostenitori di Bolsonaro è riuscita ad eludere le misure di sicurezza. Gli invasori hanno brevemente sfondato i cordoni di sicurezza che transennavano l’edificio, mentre le forze dell’ordine sono rapidamente intervenute con i gas lacrimogeni per disperdere la folla. Così, è stato possibile perlomeno limitare il numero degli occupanti a qualche dozzina. Nonostante questo, sarebbero state danneggiate diverse stanze, opere d’arte comprese.
Jair Bolsonaro dalla Florida si è dichiarato estraneo all’assalto condannando l’accaduto: “Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”.
Unanime anche la condanna anche da parte dei leader mondiali, con Giorgia Meloni che ha auspicato un rapido ritorno alla normalità in Brasile.
Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 8, 2023
Durissima la reazione di Lula “sono fascisti, colpa di Bolsonaro”, con il presidente che ha convocato una riunione di emergenza viste le voci di convivenza di parte della polizia e dei servizi segreti nei confronti degli assalitori di Brasilia.
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