Scuola: le Regioni propongono un nuovo sistema per la gestione delle classi in quarantena. Serve semplificare, dicono i governatori. La richiesta è: positivi asintomatici in classe e stop alla DAD.
È tempo di cambiare le regole per i positivi asintomatici? I dati della variante Omicron stanno mettendo sotto una luce negativa le norme previste per la scuola e non solo. Per questo la proposta dei governatori delle Regioni va verso una direzione più permissiva: a scuola anche i positivi, ma non i sintomatici.
Torna quindi la richiesta di differenziare in maniera chiara i positivi dai malati e nello specifico gli asintomatici dai sintomatici. Solo in questo modo, dicono i vari presidenti di Regione riuniti per votare il Presidente della Repubblica, si potrà tornare a un regime di continuità scolastica e normalità. Una proposta non nuova e che arriva dopo la richiesta della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva di una riorganizzazione della gestione ospedaliera per poter operare i positivi che ne hanno bisogno.
Da più fronti arriva quindi la richiesta di una rimodulazione delle regole per il contrasto alla diffusione della variante Omicron. Si guarda principalmente alle decisioni prese nel Regno Unito, dove a partire da domani (26 gennaio 2022) saranno eliminati l’obbligo della mascherina e del Green Pass.
Positivi asintomatici a scuola: ecco la richiesta delle Regioni al Governo
La scuola, anzi gli studenti e le studentesse hanno bisogno di continuità per comprendere i programmi di studio. Per questo serve modificare le regole, entrate in vigore con il rientro a scuola dopo le festività, e permettere a tutti gli studenti di proseguire le lezioni non in dad.
Per ottenere questo risultato le Regioni hanno proposto un iter alternativo, ovvero l’isolamento solo dei positivi sintomatici, cioè dei malati. Serve quindi una semplificazione delle misure anti-Covid, a partire dalla scuola, strettamente sorvegliata, fino a tutte le altre attività.
Appare infatti evidente che, al netto dei nuovi dati relativi alla variante Omicron, le misure introdotte dal Governo Draghi siano fin troppo restrittive. Il quadro europeo è quello della distensione, mentre in Italia andiamo nella direzione opposta.
Scuola e ospedale: abbiamo bisogno di fare distinzione tra positivi e malati
Le richieste avanzate dalle Regioni nei giorni scorsi vanno nella stessa direzione europea. La regola è: semplificare. Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, ha spiegato come le regole attuali non stanno funzionando e in generale non servano a molto. In Veneto, per esempio, il contact tracing è saltato “perché con 20.000 positivi al giorno in una Regione ci sono 200.000 persone da contattare” è diventato un lavoro impossibile.
Allo stesso modo il sistema scolastico e quello ospedaliero devono affrontare l’attuale pandemia, ridimensionata alla variante Omicron - cioè con un numero di contagi e positivi elevati - e la richiesta di una semplificazione delle regole. Appare infatti essenziale iniziare a distinguere positivi e malati, asintomatici da sintomatici e pianificare le attività quotidiane di conseguenza.
A oggi, per esempio, per le elementari la sorveglianza scatta con un caso positivo (tampone immediato e un altro a cinque giorni dall’ultimo contatto) e con due positivi la classe va in quarantena e in dad per 10 giorni; mentre per medie e superiori la sorveglianza scatta con un positivo (con mascherine Ffp2 in classe), con due positivi i non vaccinati vanno in dad e i vaccinati in presenza, con tre o più positivi scatta la quarantena per 10 giorni e la dad per tutti.
Con le nuove richieste i negativi e i positivi asintomatici potrebbero continuare a seguire le lezioni in presenza, non interrompendo l’apprendimento scolastico. Allo stesso modo negli ospedali le operazioni dei positivi asintomatici potrebbero avvenire come da calendario e in questo modo si potrebbe tornare a salvare vite e anche a diagnosticare preventivamente le patologie (cioè ad alzare le aspettative di vita).
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