Covid: in 4 regioni aumentano i contagi

Giorgia Bonamoneta

18/10/2021

Casi di Covid in aumento, ma la curva epidemiologica è ancora in calo. Alcune regioni fanno segnare un numero più alto di positivi, ma sono molte di più quelle dove il calo dei casi continua.

Covid: in 4 regioni aumentano i contagi

In alcuni regioni d’Italia tornano ad aumentare i contagi. La situazione epidemiologica, analizzabile attraverso la curva dei contagi, disegna ancora una linea al ribasso anche se ridotta.

I dati potrebbero essere alterati dal numero elevato di tamponi effettuato in questo periodo per ottenere il green pass per andare a lavoro. In ogni caso solo nelle prossime settimane questo dato potrà segnalare un rallentamento decisivo della curva o meno.

I numeri intanto sono in aumento in alcune regioni come nel Friuli-Venezia Giulia, in Piemonte e Campania. Anche se sono in aumento i contagi, il numero di ricoveri e di decessi sono ancora al ribasso, ma in percentuale minore rispetto le scorse settimane.

Covid: in quali regioni aumentano i contagi

I numeri dei contagi della settimana segnano un generale aumento dei casi. In realtà i dati sono ancora, in un quadro più ampio, in una curva discendente, ma questa curva ha rallentato rispetto alle scorse settimane, sintomo di un aumento generalizzato dei contagi.

Se infatti andiamo a confrontare i dati dei contagi della prima settimana (18.300) e della seconda settimana (17.602) di ottobre si può notare un calo dei contagi pari al 4%. Rispetto ai dati delle scorse settimane la percentuale è nettamente inferiore. Infatti nelle precedenti settimane la curva segnava il 14,7% in meno, la settimana prima ancora l’-11,4 e così via.

Le regioni nelle quali sono state riscontrate percentuali più alte di positivi sono:

  • Friuli Venezia Giulia, che passa da 409 a 520 casi (+111, che corrispondono a un +27,1%);
  • Piemonte, da 1.048 a 1.213 (+165, ovvero +15,7%);
  • Campania, da 1.760 a 1.862 (+102, cioè +5,7%);
  • Abruzzo, da 259 a 270 (+11, uguale al +4,2%).

In altre regioni invece la diffusione del coronavirus è stabile, né in crescita né in evidente calo. Per esempio nel Lazio si è passati da 1.751 a 1.736 contagi, che corrispondono a un calo del -0,8%, mentre il Lombardia il calo è di appena lo -0,1%. Meglio Veneto e Calabria che segnano un lieve calo rispettivamente del -2,1% e -2,2%.

Le altre regioni fanno molto meglio:

  • Molise (-44,1%)
  • Basilicata (-40,4%)
  • Sardegna (-20,3%)
  • Marche (-18,7%)
  • Emilia-Romagna (-17,7%)
  • Valle d’Aosta (-16,3%)
  • Sicilia (-13,7%)
  • Provincia di Bolzano (-12,2%)
  • Provincia di Trento (-9,3%)
  • Puglia (-6,2%)
  • Liguria (-6,1%)
  • Umbria (-4,8%)

Covid: numero di ricoveri in terapia intensiva più basso

Non solo il numero dei contagi contano però. Ormai abbiamo imparare a capire che anche gli indicatori delle terapie intensive e dei decessi sono essenziali nell’analisi della curva epidemiologica della settimana.

Spesso infatti l’andamento dei contagi si manifestano a due settimane di distanza su ospedali e terapie intensive. Nella settimana appena trascorsa e nella giornata di oggi il numero dei ricoveri è diminuito sì, ma in maniera ridotta rispetto al passato.

In una settimana il numero di posti letto in terapia intensiva è passato da 3.015 della scorsa domenica a 2.735 di ieri (17 ottobre). Un calo del 9,2%, ma non un calo in linea con le precedenti settimane, che segnavano un calo pari al 12,1%, 12,6% e 13,5%.

Riduzione dei contagi e delle terapie intensive più contenute questa settimana, ma per capire se la curva discendente sta per tornare a salire nuovamente saranno decisivi i prossimi giorni.

Covid: perché rallenta il calo dei contagi?

Per il momento è inutile allarmarsi, infatti i dati della scorsa settimana potrebbero essere la conseguenza di un maggior numero di tamponi effettuati.

Proprio dalla scorsa settimana infatti, in vista del 15 ottobre e dell’estensione del green pass obbligatorio per tutti i dipendenti pubblici e privati, il numero dei tamponi è aumentato del 27,8%.

Un incremento importante, che in numeri si traduce in 2,3 milioni di tamponi effettuati. Inevitabile l’aumento di positivi, ma gli esperti comunque segnalano un aumento contenuto, grazie quasi sicuramente all’efficacia della copertura vaccinale.

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