Il Decreto Green pass bis risolve finalmente l’accesso ai servizi e ai luoghi al chiuso per i migranti irregolari vaccinati. La procedura per la certificazione passa per il tesserino TSP. Ecco come.
Durante l’estate è montata su la solita polemica anti-migranti. In particolare era stata Giorgia Meloni a esporsi con una vignetta che faceva intendere che agli italiani era impedito entrare nei locali senza green pass, ma agli immigrati irregolari era permesso entrare in Italia senza documenti.
La questione è ovviamente più complessa di così, a partire dal fatto che ai migranti irregolari vaccinati (a differenza degli italiani non vaccinati e senza green pass) non era comunque permesso ottenere il green pass per poter circolare, entrare sui mezzi di trasporto, andare a lavoro e via dicendo.
Come riporta Il Sole 24 Ore, finalmente è stato regolarizzato anche il processo di acquisizione della certificazione verde per tutti gli immigrati irregolari ma regolarmente vaccinati.
Green pass ai migranti irregolari, da ora è possibile
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Green Pass bis (che aggiunge nuove regole per il green pass, come per andare a sciare) finalmente anche tutti i migranti irregolari in Italia possono ottenere il green pass.
Perché sì, fino a oggi era impossibile per un migrante regolarmente vaccinato ottenere la certificazione verde obbligatoria per accedere a tutti i servizi pubblici e privati. Pensiamo per esempio alle mense messe a disposizione dai comuni per servire i pasti, ai mezzi di trasporto per poter andare a lavoro o ai servizi sanitari garantiti ai migranti tramite il tesserino STP (Stranieri Temporaneamente Presenti).
Senza green pass infatti i migranti non potevano accedere a tali servizi, proprio come gli italiani senza green pass. Con una sola differenza: i migranti irregolari avevano completato il ciclo di vaccinazione.
Tesserino STP e diritti dei migranti
Sono state molte le associazioni di settore che hanno chiesto una norma e criticato l’assenza di una regolamentazione dei green pass. “Non è un problema di poco conto - aveva spiegato Maurizio Bove, responsabile del dipartimento immigrazione della Cisl di Milano, tempo fa - Alcuni vivono in questa condizione perché magari hanno perso un lavoro in regola”.
Dopo svariate richieste delle associazioni di settore al Generale Francesco Paolo Figliuolo, durante l’estate le Regioni hanno iniziato a vaccinare le persone senza documenti regolari. Si sono vaccinate per il bene proprio e della comunità nella quale sono inserite, ma comunque senza poter ottenere il green pass per accedere a determinati servizi.
Dopo un ulteriore richiesta da parte delle stesse associazioni si è giunti finalmente alla regolarizzazione delle emissioni delle certificazioni verdi. Ma come?
In teoria dovrebbe essere semplice come per chi possiede una tessera sanitaria. Infatti era proprio questo il problema prima della loro regolarizzazione: le ultime cifre della tessera sanitaria (in questo caso del tesserino STP) richieste non risultavano valide. Dall’entrata in vigore del Decreto dovrebbero essere considerate valide e quindi eliminare questo blocco all’accesso del green pass.
Come si legge sul Decreto (fonte Il Sole 24 Ore) sarà prevista l’assegnazione di una certificazione verde Covid-19 provvisoria o, in alternativa, un codice a barre personale in modo da garantire l’identificazione della persona vaccinata. In questo modo dovrebbero tornare attivi, e senza ulteriori limitazioni, i servizi sociali per i migranti e l’accesso alle mense per avere un pasto.
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