Matteo Salvini esulta al termine del CdM che ha varato il nuovo decreto anti-Covid “commissariati Speranza e Cts”, ma in realtà il testo è più che rigorista con l’ipotesi di zone gialle ad aprile che resta improbabile: sarà il Governo a decidere, ma non ci sarà nessuno automatismo in base ai numeri.
Matteo Salvini è soddisfatto per il “commissariamento di Speranza e del Cts”, ma questo slancio di entusiasmo appare come un goffo tentativo di provare a nascondere quella che può essere definita una “sconfitta” per la Lega.
Nel nuovo decreto appena licenziato dal Consiglio dei Ministri, che sarà in vigore dal 7 al 30 aprile, vince infatti la linea del rigore con l’Italia che continuerà a essere rossa o arancione, con la piccola apertura alla zona gialla che appare una sorta di contentino al Carroccio per provare a salvare le apparenze.
Ecco quanto si legge nel primo articolo del decreto: “In ragione dell’andamento dell’epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini(...), con deliberazione del Consiglio dei Ministri, sono possibili determinazioni in deroga al primo periodo e possono essere modificate le misure”.
In sostanza il CdM potrà ad aprile determinare alcune zone gialle dove ci potrebbero essere le condizioni, ma non ci sarà come richiesto da Matteo Salvini in una conferenza stampa poco prima del vertice di Palazzo Chigi, un automatismo nei dati che farà scattare l’allentamento delle misure restrittive.
Salvini e il miraggio zona gialla
Nella giornata di ieri, poco prima dell’inizio del Consiglio dei Ministri, Matteo Salvini ha usato toni meno duri rispetto ai giorni precedenti quando aveva minacciato un voto contrario della Lega senza un programma di riaperture.
“Sulle aperture noi sosteniamo la linea Draghi” è stata la premessa di Salvini, che poi ha aggiunto come “se ad aprile i dati portano una Regione in zona gialla lì si apre”, visto che “non ci possono essere i dati scientifici e a senso unico: quando va male scatta, sennò aspetti, è inaccettabile”.
Nel decreto però non c’è nessun accenno ai dati per far scattere la zona gialla ad aprile, con il tutto rimandato alla volontà del CdM dove il fronte rigorista può contare sul fondamentale sostegno di Draghi.
Il sentiero di conseguenza è molto stretto, non c’è alcuna certezza che una regione con un Rt sotto 1 possa tornare a essere zona gialla e, come fatto intendere dal Presidente del Consiglio, se ci sarà uno spiraglio la precedenza nelle riaperture rimarrà alla scuola.
Matteo Salvini, dato in difficoltà nei sondaggi tanto da sentire ora il fiato sul collo di Giorgia Meloni, rimasta fuori dalle poltrone del Governo ma ora nella invidiabile posizione di unica forza di opposizione, deve però in qualche modo cercare di salvare il salvabile: il nuovo nemico così appare essere il “rosso” ministro Roberto Speranza, ma il giochetto del bastian contrario all’interno della maggioranza questa volta potrebbe non funzionare.
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