Nato come strumento di finanziamento alternativo a quello proposto dalle banche, il crowdfunding si è presto evoluto ottenendo un ampio consenso tutelato anche da un Regolamento Ue.
Il crowdfunding è uno strumento di finanza alternativa nato per soddisfare il crescente fabbisogno di liquidità delle PMI e delle startup, non soddisfatto dall’offerta di credito del sistema finanziario tradizionale.
Nel tempo si sono diffuse diverse tipologie di crowdfunding, pensate per agevolare il finanziamento dei progetti e al tempo stesso per remunerare l’investitore, ma quelle più diffuse sono l’equity crowdfunding e il lending crowdfunding, noto anche come P2P o social lending.
In Italia, la prima forma ad essere disciplinata è stata quella dell’equity crowdfunding con il “Regolamento sulla raccolta di capitali tramite portali on-line” adottato con Delibera Consob n. 18592/2013.
Il lending crowdfunding è stato parzialmente regolato dalle “Disposizioni sulla raccolta del risparmio da parte dei soggetti non bancari” adottate con la Delibera di Banca d’Italia n. 584/2016.
Con l’entrata in vigore a fine 2021 del Regolamento Ue 2020/1503, il “Regulation on European Crowdfunding Service Providers for Business” o “Regolamento Ecsp”, viene superata la frammentazione giuridica entro i confini europei, armonizzando le norme di comportamento per l’ecosistema del crowdfunding. Lo scopo di questa normativa è quello di accrescere le capacità di investimento e quelle di raccolta sul mercato dei capitali abbattendo i confini nazionali.
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Lending crowdfunding: cos’è e come funziona
Anche se sono entrambe identificate come delle raccolte di crowdfunding e fanno parte della macro categoria area del crowdinvesting, cioè di finanza alternativa, l’equity crowdfunding e il lending crowdfunding hanno scopi e obiettivi totalmente diversi tra loro.
Il lending crowdfunding, anche conosciuto come social lending o P2P lending, è nato come una valida soluzione per arginare il credit crunch e aiutare aziende e investitori ad ottenere dei finanziamenti senza dover rivolgersi alle banche. Proprio per questo differisce anche dell’invoice trading.
L’equity crowdfunding o crowdfunding azionario, è lo strumento con il quale un gran numero di persone può finanziare la raccolta di capitale di società private in cambio, a seconda della tipologia, di quote societarie, azioni o azioni dematerializzate.
Equity Crowdfunding e lending crowdfunding: differenze
Quindi anche se entrambe permettono alle aziende o alle startup di ottenere dei finanziamenti, le due forme di crowdfunding nascono con due obiettivi diversi che si differenziato per il tipo di rapporto che si crea tra l’investitore e l’azienda.
Il lending crowdfunding permette infatti di prestare denaro a persone o imprese in cerca di fondi destinati a progetti di crescita personale o professionale, a fronte di un interesse e del rimborso del capitale.
Ciò significa che il rapporto che si instaura tra l’azienda e l’investitore è quello tipico dei prestiti, dove da una parte abbiamo il debitore (l’azienda) e dall’altra il creditore (il finanziatore).
Diverso invece il rapporto tra investitore e azienda nel caso di equity crowdfunding: in questo caso i soggetti che finanziano l’azienda o la startup ottengono in cambio delle quote societarie o azioni.
Il rapporto che si crea quindi tra l’azienda e il finanziatore non è quello tipico dei prestiti, ma totalmente differente, molto più inclusivo, perché concede a chi investe il diritto di voto, la possibilità di ricevere i dividendi, di effettuare investimenti successivi, ecc.
Ovviamente, vista la differenza fondamentale tra i due tipi di raccolta di finanziamenti, sono anche diverse le piattaforme online che si occupano di equity crowdfunding e lending crowdfunding.
Oltre a far parte del mondo del crowdfunding, entrambi hanno solo in comune un altro punto fondamentale: quello del rischio. Il lending e l’equity crowdfunding infatti sono pur sempre due forme di investimento.
Quindi in entrambi i casi, gli investitori devono cercare di non esagerare con gli investimenti, perché se l’azienda o la startup dovesse fallire, perderebbero totalmente il denaro prestato/investito.
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Questo articolo fa parte delle Guide della sezione Money Academy.